di Marina (una mamma che ha scoperto il valore della vita)
L’aborto segna la tua vita per sempre e, quando capisci quello che hai fatto, è un dramma. Poi, nel pianto, Dio ti prende per mano e ti rialza.
Allora la tua vita rinasce e sai che un giorno ritroverai quel bimbo abortito
Sono davanti alla tastiera, ma non è facile dover scrivere quello che ha segnato per sempre la mia vita. Solo se guardo alla grazia del Signore posso trovare la forza di mettere per iscritto la vita spezzata del mio bambino e la mia: sono stati anni di lotta interiore che si è anche ripercossa nella vita delle persone che più amavo, è una ferita che per anni nel silenzio ho portato con me.
Quando si parla di traumi post-aborto si dice la verità: quell’aborto segna la tua vita per sempre, quando prendi. consapevolezza di quello che hai fatto è un dramma; poi, nel pianto e nel dolore per quello che hai fatto, Dio ti prende per mano per rialzarti, e allora la tua vita rinasce, si trasforma e quel bimbo abortito sai di non averlo perso, bensì che vive nella gloria, e un giorno sai che lo incontrerai.
Adesso ho 44 anni, sono sposata e, per bontà di Dio, ho avuto la grazia di accogliere altri cinque figli, di cui uno al terzo mese dal concepimento è tornato al Padre. lo e mio marito, il papà del bimbo non nato, abbiamo iniziato un cammino di fede; sì, dico cammino, perchè comprendere il senso della vita, la bellezza di sapere che c’è un Padre misericordioso che ti ama al di là delle tue miserie, non ha termine, se non quando saremo già nelle vita eterna dove potrò, per grazia di Dio, ritrovare anche i miei bimbi.
La legge 194, permettendo di abortire, indusse me diciottenne a pensare che erano solo cellule e non una vita. Gli anni poi sono passati, ci siamo sposati in Chiesa e, proprio in quel giorno, è tornato alla luce quel bimbo. Il sacerdote disse: «Accoglierete tutti i figli che il Signore vi vorrà dare,): quelle parole entrarono nel mio cuore e, da quel momento, le lacrime iniziarono a bagnare il mio volto.
Continuavo ad andare dai sacerdoti per chiedere perdono, ma cosa potevo capire io della misericordia, io che non vivevo più da anni i sacramenti attraverso i quali giunge la grazia divina? Poi, una sera, guardai una trasmissione su Padre Pio e mi venne un grande desiderio nel cuore di partire per S. Giovanni Rotondo. Partii con un’amica e, arrivate a S. Giovanni Rotondo, un sacerdote, durante l’omelia parlava dell’aborto, della scomunica… lo restai sconvolta, perchè mi chiedevo: «Signore, ma tu mi hai perdonato?». Mi sentii di accostarmi alla Comunione ugualmente. Più tardi, con la mia amica andammo a fare la Via Crucis. Arrivati alla Resurrezione, piangendo caddi in ginocchio e dissi: «lo ho abortito». Lei mi strinse a sé e mi disse: «non vedi siamo sotto la Resurrezione, la resurrezione è vita, il Signore ti ha perdonato».
Da allora, sono 16 anni che faccio la volontaria del Centro Aiuto alla Vita. Sono nati altri figli ed il mio matrimonio è maturato nella consapevolezza che io e mio marito siamo chiamati a rispondere al progetto d’amore che Dio ha su di noi.
Tante sono le grazie ricevute. Innanzi tutto i tanti bimbi nati: sia i miei, sia quelli delle mamme che volevano abortire, e che il Signore mi ha fatto incontrare perché, attraverso la mia testimonianza, accogliessero i loro bimbi. Come strumento del Signore sono stata vicino alle loro mamme nel momento difficile della scelta per la vita. La grazia di aver incontrato gli occhi luminosi di Giovanni Paolo Il, quando lo ringraziai dell’Enciclica Evangelium Vitae, nella quale rivolse un pensiero a noi donne che abbiamo abortito, e le sue stesse parole mi hanno fatto comprendere l’importanza di testimoniare la grandezza della misericordia di Dio Padre.
E oggi? Oggi sono una sposa e mamma felice di sapere che nulla è impossibile a Dio. Ora il mio vivere è per il Signore, per il Vangelo della vita, perchè quando hai in te la certezza che ogni bimbo è riflesso di Dio per realizzare un progetto di amore, tutto viene dopo. Amare la tua vita, la vita di ogni uomo, credo sia una grande grazia. Non ci potrà essere giustizia e pace se si calpesta il diritto del più indifeso: il bambino non nato. Il primo dovere di ogni uomo è difendere il diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale.
Prego perchè le donne che vivono il dramma del post-aborto possano incontrare la misericordia di Dio e diventare, strumenti di vita affinché altre donne non facciano la stessa scelta.
Maria, Madre della vita prega per noi!
Dossier: Il dramma del post-aborto
IL TIMONE N. 86 – ANNO XI – Settembre/Ottobre 2009 – pag. 46