Eccellenza, in questi mesi abbiamo fatto tutti, credenti e non, i conti con la morte. Morte che, scrive nel suo libro, nella cultura contemporanea è stata essenzialmente «rimossa» ed è contrapposta a un desiderio di immortalità. Ma essa ha qualcosa di buono da insegnarci?
«La morte è la sapienza della vita: chi non sa affrontare la morte, non sa affrontare la vita, perché la vita ha un nascere e un morire. Quindi è come voler conoscere un percorso, un viaggio, un pellegrinaggio, senza sapere dove inizia e dove finisce: oggi si rimuove la meta finale. Ma che senso ha un percorso che non affronta e non s’interroga sulla meta finale?
Questa nostra cultura contemporanea non vuole affrontare… (per leggere l’intervista integrale acquista Il Timone o abbonati)
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