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21.12.2024

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Una vita straordinaria
31 Gennaio 2014

Una vita straordinaria

 

I dati biografici principali del rabbino Saulo, discepolo di Gamaliele, persecutore dei cristiani, “catturato dal Signore Gesù” sulla via di Damasco, diventato l’apostolo dei pagani dopo anni di preparazione nel deserto d’Arabia e nella sua Tarso. Fino alla morte, a Roma.

Paolo nacque a Tarso «non oscura città della Cilicia», una città di frontiera tra Oriente e Occidente, munita di un porto frequentato. Inoltre, si trovava sull'itinerario obbligato per chi si recava o proveniva dalla Siria.
Tarso era rimasta legata al partito di Giulio Cesare anche dopo la sua uccisione, accogliendo Marco Antonio e Cleopatra nell'inverno tra il 40 e il 39 a.C.: forse in tale occasione il triunviro concesse la cittadinanza romana alla famiglia di Paolo.
La sua biografia è la più ricca di dati accertati anche rispetto a Pietro e Giovanni, perché possediamo gli Atti degli Apostoli, che nella seconda parte contengono il racconto dei viaggi missionari di Paolo. Poi ci sono le sue Lettere, in numero di quattordici, scritte in uno stile che rivela una personalità intelligente, forte, appassionata nell'esprimere ai cristiani presenti nelle Chiese da lui fondate l'affetto e lo zelo per la loro perseveranza, anche quando interviene con forza per stroncare abusi o deviazioni dalla retta dottrina. Lo stile letterario della Lettera agli Ebrei risulta invece molto levigato, perfetto, equilibrato, non paolino a differenza del contenuto che è tutto suo. Si deve concludere che questa lettera è stata commissionata a un ignoto collaboratore che ha sviluppato i temi suggeriti dall'Apostolo. Le altre lettere furono dettate da Paolo, talvolta con interruzioni di interi giorni, e perciò ci sono stacchi, salti logici, trapassi arditi che ne rendono difficile la lettura, come disse Pietro, che non fece obiezioni circa la fedeltà all'insegnamento di Cristo. C'è stato qualche esegeta che di fronte alla straripante personalità di Paolo è arrivato a sostenere che egli sia stato il vero fondatore del cristianesimo, ossia che Gesù era solamente un uomo, rimasto nel sepolcro e che sarebbe stato Paolo a far risorgere il suo insegnamento. Si tratta di un'ipotesi del tutto fantasiosa, nel solco di una tradizione che considera il cristianesimo il risultato di menzogne e di occultamenti della verità.
La data di nascita dell'Apostolo delle genti si colloca in un anno tra l'8 e il 12.

 

La conversione
Paolo si recò a Gerusalemme dopo la morte e resurrezione di Cristo e perciò non lo conobbe personalmente. Fu allievo di Gamaliele, il rabbino più importante dell'epoca. La conversione è raccontata dagli Atti, ricordando che Paolo era stato consenziente alla lapidazione di Stefano: fu custode dei mantelli dei lapidatori che esentavano dai lavori sporchi gli intellettuali. Paolo divenne cristiano non in seguito a conversione operata sul piano intellettuale, bensì per iniziativa di Dio che riservò a sé una personalità che rimane gigantesca, la prima e la più importante . della teologia cristiana. Fu folgorato sulla via di Damasco, dove giunse condotto per mano perché era divenuto cieco. Ricevette una sommaria istruzione da Anania e poi fu battezzato. Questi I avvenimenti accaddero tra il 34 e il 36.
In seguito Paolo trascorse tre anni in Arabia, vivendo con il suo lavoro I di fabbricante di tende, avendo il tempo di meditare il rapporto tra ebraiI smo e cristianesimo. Successivamente compì un viaggio di quindici giorni a Gerusalemme per mettere a confronto le sue conclusioni con coloro I che erano reputati le colonne della Chiesa, ossia Pietro, Giacomo il Minore e Giovanni. Poi tornò a Tarso per qualche anno, sempre un poco temuto dai cristiani che non sapevano da che parte prenderlo.

 

Il primo viaggio missionario
Barnaba si assunse l'incarico di indurre Paolo a spendersi per la diffusione del cristianesimo. La conclusione cui era giunto Paolo è che Cristo si è immolato per tutti gli uomini e che l'Antico Testamento ha il compito di preparare il Nuovo, in cui il Battesimo prende il posto della circoncisione. In questo senso Paolo ha assicurato ai libri sacri ebraici una diffusione mondiale che non avrebbero avuto se i cristiani li avessero ripudiati come si fa con le cose obsolete.
Dopo avere soggiornato qualche tempo ad Antiochia, dove si trovava anche Pietro a partire dal 40 o 42, insieme con Barnaba e Marco, l'Apostolo realizzò un viaggio missionario, iniziato a Cipro patria di Barnaba, e proseguito nelle regioni di Pisidia, Panfilia, Licaonia, site nella Turchia meridionale. Il viaggio durò dal 45 al 49. Essi si rivolgevano dapprima agli ebrei locali, con alcune conversioni: gli altri ebrei si opponevano e perciò gli apostoli si rivolgevano ai gentili. Il viaggio ebbe termine con il ritorno ad Antiochia di Siria per parare la proposta degli ebrei divenuti cristiani di rendere obbligatorio il rispetto delle norme mosaiche ai neo convertiti, ebrei e gentili. Fu uno scontro memorabile, avvenuto nel 49, durante il concilio di Gerusalemme. Anche Giacomo il Minore convenne sull'impossibilità di costringere i gentili convertiti a divenire ebrei per poter essere cristiani: furono indicate solamente alcune norme come l'astensione dal sangue e dalla carne di animali soffocati o immolati agli idoli e dalla contaminazione con l'impurità.

 

Secondo viaggio missionario
Tra il 50 e il 52 si situa il secondo viaggio missionario, compiuto dagli stessi personaggi cui si aggiunse Sila. Ci furono vivaci contrasti, con Barnaba e Marco che ritornano a Cipro, mentre Paolo e Sila proseguono fino in Galazia, nella Turchia centrale. Qui avvenne la conversione della madre e della nonna di Timoteo, divenuto in seguito il più valido collaboratore di Paolo.
Proseguirono per la Troade, davanti alla costa europea, dove Paolo ebbe la visione di un Macedone che lo supplicava di passare in Europa. Perciò furono raggiunte Neapoli e Filippi, una colonia di diritto latino formata da veterani dell'esercito rimasti molto fedeli a Paolo, anche se proprio qui avvenne la reazione più violenta alla predicazione cristiana. Dapprima Paolo e Sila furono incarcerati, per esser poi liberati dal carcere in seguito a un terremoto, ma con l'invito ad andarsene. Paolo da solo si recò ad Atene dove conobbe un insuccesso, quando accennò alla resurrezione di Cristo: i presenti se ne andarono ritenendo lo un ciarlatano; però è anche vero che alcuni aderirono a lui e divennero credenti, fra questi anche Dionigi membro dell'Areòpago, una donna di nome Dàmaris e altri con loro. Poi proseguì per Corinto rimanendovi un anno e mezzo, con una predicazione giudicata «scandalo per gli ebrei follia per i gentili», ma coronata da numerose conversioni. Da Corinto Paolo si diresse a Efeso dove conobbe i coniugi Aquila e Priscilla che facevano il suo stesso mestiere e tornò a Gerusalemme e Antiochia.

 

Terzo viaggio missionario
Tra il 53 e il 58 avvenne il terzo viaggio missionario per visitare le Chiese dell'Asia prima in Galazia e poi a Efeso, dove Paolo rimase per tre anni, date le numerose conversioni. Qui avvenne il noto episodio degli argentieri, preoccupati per il loro commercio di ex voto e riuniti in teatro dove per ore gridarono «Grande è Artemide dea degli efesini». In seguito Paolo raggiunse la Macedonia e Corinto dove si imbarcò per Tiro e Gerusalemme conducendo con sé Timoteo.

 

Prigionia di Paolo
Paolo raggiunse Gerusalemme per portare una colletta destinata ai poveri di quella comunità e per soddisfare un voto. Avendo con sé Timoteo, non circonciso, gli ebrei lo accusarono di averi o introdotto nel tempio, un atto punito con la pena di morte. Quando Paolo stava per essere lapidato, fu arrestato da un tribuno che, per venir incontro alla collera degli accusatori, accennò a farlo fustigare. Paolo rivelò di essere cittadino romano e perciò esentato da quella pena orribile. Il tribuno convocò il sinedrio davanti al quale Paolo si dimostrò molto abile. Essendo quel consiglio composto di sadducei e farisei, Paolo si dichiara fariseo e ottiene di essere avversato perché crede nella resurrezione. due partiti si dividono tra loro, perché i sadducei non credono nella resurrezione.
Paolo sfugge anche a un successivo complotto e perciò il tribuno decide il suo trasferimento I a Cesarea Marittima, dove il procuratore Antonio Felice lo tiene in carcere per circa due anni.
AI cambio di incarico tra Felice e il successore Festo, Paolo si appellò al tribunale imperiale e perciò fu inviato a Roma, scortato da un centurione. Il viaggio iniziò a stagione inoltrata e la nave incappò in una tempesta, conclusa con il naufragio a Malta. Nessuno dei numerosi passeggeri della nave perì.
Nella primavera successiva, forse il 61, Paolo arrivò a Roma dove rimase agli arresti domiciliari fino alla conclusione del processo, terminato con l'assoluzione. A questo punto si interrompono gli Atti, la principale fonte per la vita di Paolo.

 

Il sacrificio finale
Sembra che in seguito Paolo abbia compiuto un breve viaggio in Spagna, nel 63 o 64. Poi raggiunse Efeso dove le difficoltà per i cristiani divennero sempre più gravi, al punto che l'Apostolo fu arrestato e inviato a Roma per un nuovo processo. Qui verrà ucciso, dopo il secondo processo che si concluse con la condanna a morte di Paolo, eseguita lungo la via Ostiense.

 

SAN PAOLO DOCET

 

«Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini.
Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti. Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all'ira divina. Sta scritto infatti: A me la vendetta, sono io che ricambierò, dice il Signore. AI contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, ammasserai carboni ardenti sopra il suo capo. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male».
(Lettera ai Romani 12, 17-21),

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

Iosef Holzner, L'apostolo Paolo, Morcelliana, 1961.
Giuseppe Ricciotti, Paolo apostolo, Mondadori, 1958.
Atti degli apostoli. Lettere di san Paolo, a cura di Giuseppe Ricciotti, Mondadori, 1991.

 

 

 

 

 

 

Dossier: San Paolo a duemila anni dalla nascita

 

IL TIMONE N. 74 – ANNO X – Giugno 2008 – pag. 36-38

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