Perché il nostro antico Credo definisce la Chiesa una? Perché ha come origine Dio che è uno, e inoltre perché Gesù volle fondare una sola Chiesa. Si legge nel Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica che la Chiesa ha «come fondatore e capo Gesù Cristo, che ristabilisce l’unità di tutti i popoli in un solo corpo» (CCCC 161).
La Chiesa dunque non solo è una, ma grazie allo Spirito che la anima è anche unificante. Si può dire che è unificante proprio in quanto una, ossia proprio in quanto attinge, tramite Cristo, direttamente all’unità di Dio. Oltre a questo, oltre cioè ad essere una ed unificante, la Chiesa è anche unica. «Essa ha una sola fede, una sola vita sacramentale, un’unica successione apostolica, una comune speranza e la stessa carità» (CCCC 161). Grazie a quest’unica fede, «l’unica Chiesa di Cristo, come società costituita e organizzata nel mondo, sussiste (subsistit in) nella Chiesa Cattolica, governata dal successore di Pietro e dai Vescovi in comunione con lui. Solo per mezzo di essa si può ottenere la pienezza dei mezzi di salvezza, poiché il Signore ha affidato tutti i beni della Nuova Alleanza al solo collegio apostolico, il cui capo è Pietro» (CCCC 162).
Talvolta è stata fraintesa quest’espressione «subsistit in», peraltro già presente nel Concilio Vaticano II (LG 8,2); qualcuno si è chiesto: perché invece di dire «sussiste nella» non si è semplicemente detto «è»? Non viene sminuita la piena identità tra la Chiesa Cattolica e l’unica Chiesa di Cristo? Proprio di recente, il 29 giugno 2007, una nota della Congregazione per la Dottrina della Fede ha precisato che in realtà l’uso di questa espressione «indica la piena identità della Chiesa di Cristo con la Chiesa Cattolica» (Risposte a quesiti riguardanti alcuni aspetti circa la dottrina sulla Chiesa, 3). Quanto alle Chiese e Comunità separate, «quantunque crediamo che abbiano delle carenze, nel mistero della salvezza non sono affatto spoglie di significato e di peso. Poiché lo Spirito di Cristo non ricusa servirsi di esse come strumenti di salvezza, il cui valore deriva dalla stessa pienezza della grazia e della verità, che è stata affidata alla Chiesa cattolica» (Unitatis Redintegratio 3,4).
Naturalmente occorre distinguere fra chiese che hanno conservato intatti i sacramenti (come quelle ortodosse), e confessioni religiose prive della successione apostolica (come quelle protestanti). Le prime «pur non essendo in perfetta comunione con la Chiesa Cattolica, restano unite ad essa per mezzo di strettissimi vincoli, quali la successione apostolica e la valida eucaristia», le seconde, prive per loro stessa scelta del sacerdozio ordinato, «non sono Chiese in senso proprio; tuttavia i battezzati in queste comunità sono dal Battesimo incorporati a Cristo e, perciò, sono in una certa comunione, sebbene imperfetta, con la Chiesa» (Dominus Jesus 17). La Chiesa di Cristo non è quindi la somma differenziata di tutte le chiese e le comunità cristiane, accidentalmente separatesi, ma è già visibile per intero nella Chiesa Cattolica «nella quale soltanto sono rimasti e rimarranno tutti gli elementi da Cristo stesso istituiti» (Unitatis Redintegratio 3). In essa si trova «la pienezza dei mezzi di salvezza» (CCCC 165), e per questo la chiamiamo anche santa, in quanto è la santità di Dio che l’ha fondata, ed è lo Spirito Santo che la abita e la vivifica (CCCC 165). Tramite questa stessa santità i cristiani possono perseguire la propria santificazione. Il Credo chiama anche la Chiesa cattolica, che significa universale perché «è inviata in missione a tutti i popoli di ogni tempo e a qualsiasi cultura appartengano» annunziando la totalità e l’integrità della fede (CCCC 166). Nella Nuova Alleanza, destinatario della salvezza non è solo un popolo, bensì l’universalità delle genti. Il messaggio della Chiesa, che è poi il messaggio di salvezza di Gesù, può essere rettamente assimilato da qualsiasi cultura e mentalità, e nessuno è escluso dalla totalità dei benefici portati e custoditi dalla Chiesa; perché katholikòs in greco non indica solo una somma, una pluralità di destinatari, ma, per ogni destinatario, la totalità della sua persona, in tutte le variabili delle sue espressioni. Infine il nostro antico Simbolo della fede chiama la Chiesa apostolica: questo non significa solamente che, per la sua origine, discende dagli apostoli o che è costruita sul loro fondamento; ma anche che la sua attuale struttura è apostolica, «in quanto istruita, santificata e governata, fino al ritorno di Cristo, dagli Apostoli, grazie ai loro successori, i Vescovi, in comunione col successore di Pietro» (CCCC 174). Pertanto anche l’intero insegnamento della Chiesa «è quello stesso degli Apostoli». Sant’Ireneo da Lione (130-202), nel suo scritto Adversus Haereses, dopo aver evidenziato il valore della successione apostolica, tanto da enumerare i successori di Pietro fino al suo tempo, e dopo aver messo in risalto il primato della Chiesa di Roma «nella quale per tutti gli uomini sempre è stata conservata la Tradizione che viene dagli Apostoli», scrive: «Tali essendo dunque le prove, non si deve cercare presso altri la Verità, che è facile prendere dalla Chiesa, poiché gli apostoli ammassarono in lei, come in un ricco tesoro, nella maniera più piena, tutto ciò che riguarda la Verità, affinché chiunque vuole prenda da lei la bevanda della Vita».
TIMONE – N.67 – ANNO IX – Novembre 2007 pag. 61