Come si potrebbe descrivere il ruolo di defensive end? Nel football americano è una sorta di difensore estremo, che può giocare a sinistra o a destra del campo: il suo compito principale è chiudere gli spazi, cioè bloccare le lunghe corse laterali degli attaccanti avversari lanciati verso la meta (touchdown). Scene spettacolari e ruvide che abbiamo visto tante volte nei film made in Usa, con gli appassionati tifosi incollati al piccolo schermo che incitano chiassosamente la squadra del cuore. Per questo ruolo occorre essere robusti e veloci, ma anche aggressivi.
Con un paragone forse un po’ azzardato ma efficace, nella vita essere un defensive end significa presidiare il proprio territorio, salvaguardare una scala di valori positivi, impedire l’irrompere e il dilagare del male nell’esistenza di chi ci sta a cuore: la famiglia, gli amici, il popolo cui apparteniamo. Così vive la sua esperienza sportiva Stefano Pappalardo, 27 anni, napoletano di nascita e romano d’adozione, papà consigliere parlamentare e mamma insegnante, due fratelli, che da un decennio ha fatto del football americano una passione di vita, come giocatore e come allenatore. Una passione non fine a se stessa, ma originata e accompagnata da una passione più grande: l’amore per Cristo e per la Chiesa. Stefano infatti è “don” Stefano e presta la sua opera presso l’unità pastorale di Mulazzo, nella diocesi di Massa Carrara-Pontremoli…
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