L’appuntamento è a Roma il prossimo 12 maggio. I sostenitori della “buona battaglia” per la promozione e la difesa della vita si ritroveranno nella capitale per la più importante manifestazione del mondo pro life in Italia. Il Timone aderisce con convinzione
Il 12 maggio ci sarà a Roma la III marcia nazionale per la vita. Partenza dal Colosseo e arrivo a Castel Sant’Angelo. Da mesi si lavora da parte di molti pro life italiani, con pochi mezzi e tanto impegno, a questo avvenimento.
Tutto è iniziato nel 2011, a Desenzano sul Garda: una manifestazione convocata in pochissimi giorni, con grande speranza e un po’ di insana follia. Una marcia per la vita, infatti, in Italia non esisteva. In molti la ritenevano impossibile. Anche per via del linguaggio utilizzato da ormai molti anni dal mondo pro life italiano: sempre ultra-misurato, sotto tono, quasi impaurito. Un linguaggio e uno stile dettati, troppe volte, da prudenze umane e da calcoli politici. Rompere questo lungo letargo, questa auto-reclusione nelle catacombe, sembrava difficilissimo, anche perché i “Lifeday” precedenti, inventati dal combattivo giornalista pro life Piero Pirovano, avevano visto la partecipazione di 60, 70 persone al massimo.
Eppure, quel 28 maggio 2011, sul lago del Garda, è stato un successo. Paolo Deotto, direttore di Riscossa Cristiana e uno dei primi a credere nell’iniziativa, insieme agli amici del Timone e di Radici Cristiane, ricordava così, a caldo, il giorno successivo: «Era una giornata di sole, il cielo ripulito dai nubifragi del giorno prima. Una giornata bellissima. Ma comunque, cinque chilometri a piedi sono tanti. Eppure, centinaia di persone decidono di macinarsi quella strada, da Desenzano all’Abbazia di Maguzzano, danno vita a una manifestazione pubblica, a un corteo. Vengono da tante parti d’Italia, da Roma, o da Trento, da Genova, da Milano, da Torino, da Bergamo, da Brescia, e da tante altre città ancora. Chi in pullman, in treno, chi in automobile. Tutti vengono perché hanno scelto di venire, pagano di tasca loro, non ci sono partiti politici, movimenti sponsorizzati, carovane prepagate a comando. Ognuno fa quel viaggio perché, se lo guardi negli occhi, capisci che ha un motivo vero, vivo, pieno di speranza. Chi cammina spedito, chi fa fatica. Ma chi li ferma? Le centinaia di manifestanti, associazioni e privati cittadini, composti e civili, convenuti a Desenzano sono lì anche per quei fratelli che guardano la vita impauriti dietro le persiane socchiuse, che vorrebbero ma non sanno dire la loro Fede. Sono lì per dire a tutti che la salvezza c’è, esiste, che la Verità si è incarnata e ha incontrato l’uomo, che niente è perduto se si torna a Gesù Cristo, Via, Verità e Vita…».
Si sa che la fame vien mangiando e l’entusiasmo genera entusiasmo. Così, dopo Desenzano gli organizzatori si trovano a Bologna e lanciano la sfida: proviamo con Roma. In fondo i belgi fanno la loro marcia a Bruxelles, gli americani a Washington… Sì, facciamo anche noi gli americani… Non è forse il caso di raggiungere il cuore del nostro Paese, il cuore della Cristianità? Serviranno più soldi, più impegno, più speranza… ci si proverà, perché Dio aiuta gli audaci.
E così anche Roma 2012: l’appuntamento è per il 13 maggio. Sperando che sia bel tempo. Pregando di non essere quattro gatti, perché a Roma anche in cinque o sei mila, non ti nota quasi nessuno.
Ma organizzare una marcia non è solo progettare un percorso a piedi. È anche sensibilizzare la gente, fare volantinaggi, organizzare un grande convegno per la vita che fornisca, diciamo così, la struttura culturale della manifestazione.
Dove tenere, questo grande convegno? Si decide di provare con l’Ateneo Regina Apostolorum dei Legionari di Cristo: ha tutte le carte in regola, essendo l’ateneo che ospita i migliori corsi di bioetica e ha tra i suoi professori i migliori bioeticisti italiani. Alcuni dei quali non sanno solo ben scrivere e ben parlare, ma anche darci dentro, nella parte, diciamo così, più manuale. Occorre che i professori, prima delle conferenze, facciano volantini, li distribuiscano, spediscano mail… Si torna militanti, quale che sia l’età. Anche questo è il bello di una marcia: mette in moto i cuori, genera azioni, gesti, incontri… Dalle varie città si organizzano i pullman; volenterosi pro life, qualcuno ormai seduto da tempo e un po’ sfiduciato, tirano fuori gli artigli. Si riparte, ragazzi. Come ai tempi del referendum del 2005. C’è tanta buona gente che aspetta un segnale; ci sono tante persone che hanno bisogno di un gesto che dia speranza. Per ripartire. Per non lasciarsi sconfiggere dall’idea che il male vince sempre. Per lottare non solo contro l’aborto, che, certo, è il tema principale, ma in generale per una nuova cultura della vita e della famiglia. Marciare per essere “nel mondo”, perché è ora di uscire dalle sagrestie o dalle nostre paure; marciare contro lo spirito del mondo, quando questo significa odio, morte, mancanza di amore.
Così, Roma, la mattina del 13 maggio si anima di vita nuova: un trenino, davanti, porta i bambini, festanti e rumorosi; tra i presenti si intravedono il cardinal Raymond Burke, la figlia di Santa Gianna Beretta Molla, il marchese Luigi Coda Nunziante, vari dirigenti del Movimento per la Vita e di Scienza e Vita, i volontari dell’Ordine di Malta e dell’Unitalsi, i ragazzi del Trifoglio… seminaristi, suore, famiglie; poi un piccolo gruppo di tibetani che manifestano contro gli aborti forzati in Cina, un gruppetto di filippini che vivono a Roma (tutti insieme appassionatamente), qualche evangelico, qualche ortodosso, alcuni atei… Il grosso della truppa sono cattolici, perché non vi è dubbio che Cristo abbia rivelato all’uomo il Bene e il male; ma il valore della vita appartiene al cuore di ogni uomo e può essere compreso da tutti. La marcia è di tutti. Festosa e nello stesso tempo chiara nel suo messaggio. A parlare non sono slogan rumorosi, magari urlati: sono stati banditi dagli organizzatori insieme a qualsiasi simbolo politico. Bastano i cartelli, con frasi inequivocabili: l’aborto è un omicidio, e la legge 194, che lo permette, una legge iniqua. Camminare per le strade di Roma, con il sole, in tanti, portando nel cuore lo stesso messaggio, ha un potere liberante; sembra un sogno ritrovarsi in tanti, con le stesse idee, la stessa voglia di costruire un mondo migliore, a partire dal rispetto per ogni vita donata, nella sua piccolezza e fragilità. I giornali scrivono che siamo circa 15.000, qualche cameramen, qualche giornalista, ce lo dice: mai avremmo pensato tanta gente, dopo tanti anni di silenzio. Poi il tempo passa, ed eccoci qui: è già trascorso un anno. L’appuntamento, questa volta, è sempre a Roma, domenica 12 maggio: partenza, sempre dal Colosseo, verso le 9.00, e poi via, fino a Castel sant’Angelo. Per i più volenterosi c’è anche il grande convegno dell’11 maggio. Sempre al Regina Apostolorum, per ascoltare il cardinale di Bologna Carlo Caffarra e mons. Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste; Carlo Bellieni e Renzo Puccetti; Antonio Oriente, Pino Noia, Roberto Marchesini; Sabrina Paluzzi, Serena Taccari, Costanza Miriano e tanti altri bei nomi della bioetica e dell’apologetica militante e pensante.
Vi aspettiamo tutti, per dare ancora un segnale di speranza, a noi stessi, che parteciperemo, e al mondo smarrito, che cerca luci nella notte. Ognuno, con la sua presenza, può contribuire a questo seme gettato sulla strada del mondo.
Per saperne di più…
www.marciaperlavita.it per qualsiasi informazione scrivere a: info@marciaperlavita.it
tel. 06-3220291 / 06-3233370 (fax: 06-32110310)
IL TIMONE N. 122 – ANNO XV – Aprile 2013 – pag. 16 – 17
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