«Si sta sviluppando un formidabile mercato planetario del design corporale», dice al Timone l’antropologo francese David Le Breton. Ma il corpo è ben lontano dall’essere considerato qualcosa in più di un semplice involucro a disposizione.
Attualmente, scrive il sociologo Giuliano Guzzo in apertura del dossier, 7 milioni di italiani hanno almeno un disegno sulla pelle, con l’Istat giunto ad inserire la voce «tatuaggi» nel proprio paniere. Non solo. La tendenza è in crescita, come dimostrano i 100 milioni di euro che, nella nostra penisola, vengono annualmente spesi per farsi addobbare l’epidermide.
Lo psicoterapeuta Roberto Marchesini si interroga sulle motivazioni che spingono a tatuarsi, intravvedendo nel tatuaggio una moda conformista che distoglie dal porsi davvero le grandi domande.
«Non si tratta di semplici disegni sul corpo», dice al Timone don Paolo Ciccotti, esorcista, «ma c’è un retroterra culturale, antropologico e quindi anche spirituale» che non va sottovalutato. Ci sono episodi che indicano anche un legame con il mondo del satanismo. «Ci si dimentica che la persona è corpo e spirito. C’è pure un mondo spirituale, invisibile all’occhio nudo, ma non per questo non reale, che si comunica…
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