Il cardinale Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo è un uomo estremamente pacato, ma capace al tempo stesso di essere fermo e severo. Specie quando richiama il governo alle proprie responsabilità negli attacchi che il 21 aprile scorso hanno insanguinato la domenica di Pasqua. La prima esplosione si è verificata nel Santuario di Sant’Antonio, a Colombo, dove sono morti circa 50 fedeli.
Dopo 45 minuti, è stata colpita la chiesa cattolica di San Sebastiano a Negombo. Oltre 100 le vittime accertate. Successivamente, un’altra bomba è esplosa nella chiesa protestante di Sion a Batticaloa, mietendo 27 vittime. Nello stesso arco di tempo, nella capitale, sono stati colpiti quattro hotel di lusso molto frequentati dagli occidentali.
In un’intervista con il Timone, il porporato racconta dell’attuale situazione in Sri Lanka…
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