È probabile che la maggior parte di noi ritenga che “apologetica” e “apologia” siano termini con un significato equivalente, in questo tratti in inganno da una certa somiglianza delle parole.
In realtà apologetica e apologia si differenziano sia per loro funzione sia per l’oggetto da queste indagato. Infatti, mentre l’apologia indica propriamente un discorso di difesa di fronte ad un attacco qualsiasi – e le due fasi, attacco e difesa, sono necessariamente presenti -, l’apologetica ha il solo scopo di spiegare le ragioni della nostra fede sulla base di argomentazioni razionali, avendo per oggetto fatti storici, contingenti e liberi.
In altri termini: l’apologetica tratta tutti i problemi essenziali alla dimostrazione in positivo del fatto storico della Rivelazione cristiana e alla dimostrazione della divina istituzione della Chiesa cattolica romana. E quindi, qualora, per ipotesi, sulla Terra ci fossero solo cristiani, l’apologetica avrebbe senso. L’apologia è risposta a contestazioni ed attacchi mossi alla ragionevolezza della fede. Perché si esplichi, ci si deve trovare di fronte ad una contestazione della religione cattolica, il cui oggetto può essere assai vario: un dato di fede, una norma morale, un personaggio della Chiesa, una legge disciplinare, financo episodi della storia della Chiesa. Essa tende a ribattere e confutare l’errore dell’avversario.
Tuttavia c’è uno stretto legame tra l’una e l’altra, poiché l’apologetica si è storicamente sviluppata dalle apologie cristiane. Tra le più note: l’Apologia Prima e l’Apologia seconda di S.Giustino (147-161), Contra Celsum di Origene (244-42), De Civitate Dei di S.Agostino (413-426).
L’apologetica, poi, è di par.ticolare attualità anche per il rilancio che ne ha fatto lenciclica Fides et ratio del sommo Pontefice Giovanni Paolo II e per il costante e pressante invito del Santo Padre ad operare instancabilmente per una nuova evangelizzazione. L’apologetica è dunque strumento da utilizzare nella conquista di uomini e donne alla causa del vangelo e della Chiesa. Va da sé che ogni cristiano, in quanto tale, non può non impegnarsi in questa via fino in fondo, nei limiti dei talenti ricevuti.
Ma soprattutto l’amore e la fedeltà alla SS. Trinità, a Maria ed alla Chiesa devono essere la molla di questo impegno, nel pieno rispetto di quella esigenza, connaturata nell’uomo, di trovare ed approfondire il senso della propria vita.
Dossier: La via dell’apologetica nel terzo millennio
IL TIMONE – N. 10 – ANNO II – Novembre/Dicembre 2000 – pag. 42