La Sacra Sindone è un lenzuolo di lino che porta impressa una doppia immagine corporea che la scienza non è in grado di spiegare e tantomeno di riprodurre, anche se ogni tanto emerge a livello mediatico qualcuno che dichiara di essere riuscito a riprodurla. È ovvio che qualsiasi bravo pittore riesce a riprodurne una copia, ma non riesce minimamente a riprodurre tutte le caratteristiche estremamente particolari che in essa sono state trovate. Per questo la Sindone è, a suo modo, anche un grande enigma.
Basti pensare che – dopo oltre un quarto di secolo di indagini – conosciamo forse il 5% di ciò che questa straordinaria icona può dirci; ma potrebbero esserci delle svolte. Svolte che non solo confutano in modo definitivo l’ipotesi che possa trattarsi di un falso medievale, ma aprono nuove prospettive. A questo proposito, sul Timone di novembre, Giulio Fanti – docente di Misure Meccaniche e Termiche all’Università di Padova studioso in prima linea su queste ricerche – firma un articolo in cui fa il punto sulle scoperte scientifiche degli ultimi mesi, e su quelle che potrebbero a breve emergere.
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