«Un giorno senza sorriso è un giorno perso», recita una famosissima frase di Charlie Chaplin. E molti senza dubbio sono d’accordo. D’accordo, ma che cosa significa esattamente sorridere e, soprattutto, ridere? Che implicazioni ha per la salute e in definitiva per la stessa esistenza? Rappresenta forse, necessariamente, un’azione sciocca e superficiale, come d’istinto pure verrebbe un po’ a tutti da pensare?
Nel tempo del Carnevale e dello scherzo, il Timone di febbraio tenta di dare una risposta a tutti questi interrogativi. E lo fa in primo luogo attraverso un contributo di Carlo Bellieni, accademico e scienziato che proprio al tema del riso ha dedicato studi e pubblicazioni. A seguire, il giornalista Giulio Meotti evidenzia come, ai tempi del politicamente corretto, a coloro che dovrebbero far ridere per antonomasia – i comici – sia ormai impedito lavorare.
Chiude il dossier un intervento di Marco Sermarini, presidente e fondatore della Società Chestertoniana Italiana nonché guida della Compagnia dei Tipi Loschi del beato Pier Giorgio Frassati, il quale – sulle ali di quest’ultimo come del cardinale Giacomo Biffi e di Gilbert Keith Chesterton – sottolinea una realtà spesso dimenticata eppure assai preziosa, e cioè che l’allegria e il buonumore sono naturaliter cristiani.
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