Accoltellamenti, aggressioni, furti, risse, stupri, perfino infanticidi. Ci sono reati praticamente di ogni tipo, tra quelli di cui – spesso con aumenti statistici vertiginosi – si rendono da qualche tempo autori i giovanissimi. Basta uno sguardo anche rapido alle cronache per rendersi conto che si tratta di una spirale di violenza in espansione e che, avendo per responsabili dei minori, chiama in causa tutto il mondo adulto e, almeno in teoria, educante.
Per indagare su questo preoccupante fenomeno, il Primo piano del Timone di Gennaio si apre con una lunga intervista del giornalista Maurizio Caverzan al noto pedagogista e fondatore di scuole Franco Nembrini, il quale tra le altre cose avverte: «Non si trasmette più speranza ai figli». A seguire il sociologo e caporedattore del mensile, Giuliano Guzzo, traccia una panoramica internazionale del fenomeno, dimostrando come esso interessi ormai larga parte del occidentale.
Chiude il Primo piano una articolata riflessione di respiro anche teologico di don Antonello Iapicca, sacerdote missionario in Giappone, secondo cui i ragazzini che agiscono violenza arrivando talvolta ad uccidere sono tutti «figli della stessa menzogna. Quella che ha ingannato Eva spingendola, con Adamo, in un desiderio impossibile, per attirarla nella solitudine e nella morte con la luce di una bellezza resa falsa dall’illusione del suo possesso».
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