Insieme a Carducci fu il poeta “ufficiale” dell’Italia sabauda e massonica. Ma seppe esprimere in alcuni versi indimenticabili l’infinita tristezza di un’umanità che vive senza Cristo. Sognava di tornare “fanciullino”, forse per ritrovare la fede nel Bambino Gesù della sua infanzia.
Per cinquant’anni, dall’inizio del Novecento alle soglie del secondo dopoguerra, la poesia di Giovanni Pascoli (1855-1912) fu lo specchio dell’animo della classe colta italiana. Allievo e successore del “vate” Carducci, il ...