IL TIMONE n. 97 – anno 2010 –
IL PAPA VUOLE LA MISSIONE
Con il motu proprio Ubicumque et semper, Benedetto XVI ha istituito il Pontificio onsiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Per Andrea Tornielli, è «una delle decisioni destinate a segnare la storia del pontificato ratzingeriano». Il nuovo dicastero, affidato all’arcivescovo Rino Fisichella, si rivolgerà innanzitutto ai Paesi già evangelizzati e oggi afflitti dal fenomeno della secolarizzazione. Tra i suoi compiti c’è la promozione della diffusione e dell’attuazione del magistero pontificio nelle tematiche connesse con la nuova evangelizzazione, come pure «studiare e favorire l’utilizzo delle moderne forme di comunicazione, come strumenti per la nuova evangelizzazione» e «promuovere l’uso del Catechismo della Chiesa Cattolica, quale formulazione essenziale e completa del contenuto della fede per gli uomini del nostro tempo». Commenta Tornielli: «Una sfida non facile, che Benedetto XVI ritiene cruciale e che viene consegnata a un prelato di fiducia del Papa. È evidente che Ratzinger non ritiene sufficienti convegni, dialoghi con i non credenti, dibattiti. O meglio, ritiene prioritario sottolineare che la Chiesa esiste in quanto missionaria. Certo, missionaria di un annuncio e di una fede che si propone e non s’impone, ma che non viene mai meno al compito di evangelizzare ubicumque et semper».
VIVA IL LATINO!
Fu certamente una enorme sciocchezza sopprimere lo studio del latino nella scuola media, negli anni Sessanta del secolo scorso. Con questa misura, si venivano a colpire le nostre radici, negando a tanti giovani la possibilità di entrare in confidenza con la madre della loro lingua. Oggi vi è chi cerca di correre ai ripari. Per esempio con una raccolta di firme a sostegno di una petizione popolare promossa dal sacerdote riminese don Romano Nicolini (ideatore di “Ludus juvenilis”, gara di latino che si svolge a Rimini e che vede ogni anno decine di studenti delle scuole medie inferiori competere con entusiasmo) perché la lingua latina venga reintrodotta nel curriculum delle scuole medie almeno nella misura di un’ora alla settimana (rcnico@tin.it) oppure tel. 0541/718846 – 3398412017). Speriamo che non sia troppo tardi.
IRAQ, IL MONDO AIUTI I CRISTIANI
Parlando al Seminario internazionale sulla persecuzione contro i cristiani, il 5 ottobre scorso a Bruxelles, l’arcivescovo iracheno Louis Sako ha denunciato «il pericolo reale di estinzione della comunità cristiana in Iraq». Per evitarlo, devono essere riconosciuti i diritti di uguaglianza e cittadinanza della comunità cristiana, le cui radici in Iraq sono antichissime. Per Sako, «il futuro dei cristiani in Iraq, ma anche in Medio Oriente, ha due possibilità: o l’emigrazione, o accettare di vivere come cittadini di seconda classe tra mille difficoltà e paure». E ha aggiunto: «Abbiamo bisogno di un sostegno forte da parte di tutti, con una visione “politica” chiara e piani precisi non soltanto per proteggere e incoraggiare i cristiani a rimanere a casa e sperare, ma anche per favorire la riconciliazione tra gli iracheni, per promuovere i diritti umani in quell’area e chiedere ai governi di rispettare le leggi. I cristiani sono stati, e possono continuare a esserlo oggi, uno strumento di dialogo, di coesistenza pacifica, e di collaborazione». La comunità internazionale deve trovare con le autorità locali un accordo comune per rispettare la dignità dell’essere umano e i suoi diritti basati sull’uguaglianza e la piena cittadinanza. Perciò è necessario apportare modifiche reali alla Costituzione per garantire i diritti di tutti i cittadini allo stesso modo. (AsiaNews, 12 ottobre 2010).
I CRISTIANI SONO I PIÙ PERSEGUITATI AL MONDO
È quello cristiano il gruppo religioso più perseguitato nel mondo. Su 100 morti per crimini legati alla religione, 75 sono di fede cristiana. Il numero totale di credenti discriminanti è di circa 100 milioni di persone. Si stima che siano stati martirizzati più cristiani nel ventesimo secolo che in tutti i 1.900 anni precedenti. I dati sono emersi nel corso della conferenza sulla Persecuzione contro i cristiani che si è tenuta nella sede del Parlamento europeo a Bruxelles, il 5 ottobre, promossa dalla Comece (Commissione episcopati Unione europea), dai Gruppi dei conservatori e riformisti europei e del Partito popolare europeo all’Europarlamento, in collaborazione con Aiuto alla Chiesa che Soffre e Open Doors International. La conferenza si è conclusa con la presentazione di una dichiarazione, sulla quale sono state raccolte firme di parlamentari di tutti gli schieramenti, in cui si chiede al “ministro degli esteri” della Ue Catherine Ashton di difendere la libertà di culto, aggiungendo a tutti gli accordi con Paesi esterni alla Ue una clausola vincolante di rispetto di tale diritto fondamentale. (Corrispondenza Romana, 8 ottobre 2010).
4 ALPINI ASSASSINATI
«Hanno testimoniato l’amore nel servizio ai più deboli ed emarginati, senza esigere ma sostenendo; senza pretendere ma prendendosi cura; non rivendicando diritti ma rispondendo ai bisogni. Profeti del bene comune, decisi a pagare di persona ciò in cui hanno creduto e per cui hanno vissuto, erano in Afghanistan per difendere, aiutare, addestrare». Con queste parole l’arcivescovo ordinario militare per l’Italia, mons. Vincenzo Pelvi, ha ricordato Marco Pedone, Francesco Vannozzi, Gianmarco Manca e Sebastiano Ville, i 4 alpini italiani uccisi in Afghanistan e dei quali si sono celebrati a Roma il 12 ottobre i funerali di Stato. «Compito dei nostri militari, in quella martoriata terra, – ha ricordato l’arcivescovo – è il mantenimento della sicurezza, la formazione dell’esercito e della polizia afghana, la realizzazione di progetti civili come ponti, scuole, ambulatori e pozzi. L’uomo ha bisogno di pane ma nel più profondo ha bisogno di amore. A questa fame dell’umanità risponde ogni nostro militare dando tutto se stesso. Dare vita è offrirla, perderla». Non hanno conquistato una grande attenzione dei mass media i quattro poveri alpini uccisi dai talebani. Non si è ripetuto quanto accadde dopo la morte dei diciannove soldati italiani a Nasiriya nel 2003, quando un popolo si strinse attorno alle bare alla presenza delle massime autorità, religiose e politiche. I nostri quattro erano in Afghanistan per affermare che i popoli non possono essere umiliati dall’uso ideologico della religione, come invece fa l’islam radicale. E che di fronte all’ingiustizia, i popoli più “grandi” hanno il dovere d’intervenire per ripristinare la giustizia. Ma questo in Occidente non si vuol dire e si preferisce assicurare che il rientro dei soldati non avverrà troppo in avanti nel tempo. Fra poche settimane si comincerà a parlare di identità nazionale, in occasione dell’ormai imminente 150° anniversario dell’unificazione italiana. E si dimenticherà di ricordare che l’identità nasce, oggi, in conseguenza delle dolorose testimonianze di questi eroi spesso dimenticati.
IL CONSIGLIO D’EUROPA RICONOSCE L’OBIEZIONE DI COSCIENZA
L’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa ha respinto il 7 ottobre il rapporto del deputato britannico Christine McCafferty, che voleva restringere i diritti fondamentali dei cittadini all’obiezione di coscienza, soprattutto per chi lavora nel settore sanitario di fronte all’aborto o all’eutanasia. Il progetto è stato sostituito da un nuovo testo, che difende e promuove il diritto del personale medico all’obiezione di coscienza, affermando che «nessun ospedale, istituzione o persona può essere sottoposto a pressioni, considerato responsabile o subire alcuna discriminazione per il suo rifiuto di effettuare, accogliere o assistere a un aborto o a un atto di eutanasia». Il testo adottato invita gli Stati membri a elaborare regolamentazioni ampie e precise che definiscano e regolino l’obiezione di coscienza nel campo della salute e dei servizi medici. Grégor Puppinck, direttore dello European Center for Law and Justice, istituzione che aveva denunciato i pericoli del rapporto McCafferty, ha espresso a Zenit la sua soddisfazione di fronte allo straordinario cambiamento: «Il rapporto McCafferty era un’aberrazione, e siamo soddisfatti per essere riusciti ad aprire gli occhi dell’Assemblea. Molte organizzazioni non governative si sono mobilitate in questo senso». Il testo si applica non solo ai medici, ma a tutto il personale medico impegnato in modo diretto o indiretto in un atto o in una procedura di aborto o eutanasia. Non solo: la risoluzione si applica sia agli individui che alle istituzioni, agli ospedali e alle cliniche, sia private che pubbliche. (Jesús Colina, Zenit, 8 ottobre 2010).
FOCUS
La fede dei semplici (Papa Benedetto XVI)
Nella splendida omelia tenuta a braccio, nella prima sessione del sinodo speciale sul Medio Oriente, il Papa ha denunciato alcuni dei falsi idoli che vogliono distruggere l’uomo: capitali finanziari anonimi, terrorismo, droga, ideologie dominanti. «Queste ideologie che dominano, così che si impongono con forza, sono divinità », anche se false, ingannevoli, sono «correnti che dominano tutti e che vogliono far scomparire la fede della Chiesa, la quale non sembra più avere posto davanti alla [loro] forza». Poi, richiamando il capitolo 12 dell’Apocalisse, Benedetto XVI ha parlato dell’ascesa e della caduta delle potenze di questo mondo, e ha detto che la fede dei semplici non si lascia travolgere, perché la fede dei semplici è la vera saggezza (Sal. 18).
Il cuore di un bambino (Michael O’Brien)
Intervistato da L’Osservatore Romano dopo aver incontrato il Papa, lo scrittore Michael O’Brien, noto in tutto il mondo fin dalla pubblicazione del suo primo, celebre romanzo “Il nemico” (1996), giunto in Italia ai primi di ottobre per presentare il suo “Theophilos”, ha detto di Benedetto XVI che: «se un teologo così raffinato riesce a parlare così semplicemente al cuore dell’ascoltatore, è perché ha il cuore di un bambino». Cattolico, sposato, padre di sei figli, ha aggiunto che «la vita di fede è la fonte da cui scaturisce tutta la mia creatività». Che bella testimonianza.
Banchiere onesto (Ettore Gotti Tedeschi)
Fatto oggetto di una indagine della magistratura di Roma, il presidente dello IOR Ettore Gotti Tedeschi è stato difeso dalle autorità vaticane. L’Osservatore Romano scrive che «L’integrità e l’autorevolezza del professor Gotti Tedeschi sono ben note negli ambienti finanziari italiani e internazionali». «Ed è vero – commenta il vaticanista Sandro Magister –. La sua dirittura morale è riconosciuta unanimemente anche dagli avversari. Così come sono incontestabili i passi compiuti da Gotti Tedeschi sia dentro lo IOR, sia con la Banca d’Italia e gli organismi internazionali competenti, per iscrivere finalmente anche la Santa Sede nella “White List” dei paesi che aderiscono alle norme contro il riciclaggio di denaro sporco». Noi conosciamo personalmente Gotti Tedeschi e confermiamo!
IL TIMONE N. 97 – ANNO XII – Novembre 2010 – pag. 10 – 11