Nell’anno delle celebrazioni per il secondo centenario della morte di Napoleone Bonaparte, è doveroso ricordare anche le numerose ruberie e le efferate stragi perpetrate nella nostra penisola da colui che è stato definito «flagello d’Italia» dallo storico Antonio Spinosa. L’Italia, infatti, fu la sua terra di conquista preferita, a partire dalla campagna avviata per conto del Direttorio (in Francia il massimo organo politico-istituzionale durante l’ultima fase della Rivoluzione francese) già nella primavera del 1796. In pochi mesi, con un esercito di 38.000 uomini, sbaragliò gli Austro-Piemontesi e liquidò i deboli stati italiani del Nord, costituendo la Repubblica Cispadana (Mantova e Reggio Emilia) e la Repubblica Transpadana (Lombardia), che poi riunificò nella Repubblica Cisalpina. Con il trattato di Tolentino del 1797, sottrasse a papa Pio VI i territori di Avignone, Ferrara, Bologna, Ravenna e la piazzaforte di Ancona.
Dopo l’incoronazione imperiale a Parigi (2 dicembre 1804), nel 1805 Napoleone diede vita nel Nord al Regno d’Italia, cingendo… [per leggere l’articolo acquista Il Timone o abbonati]
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