Non ormai c’è più tema – dalla siccità all’alluvione avvenuta in Emilia-Romagna, dagli orsi in Trentino alle auto elettriche – che non veda al centro non solo le riflessioni ambientaliste, ma anche le azione e le rivendicazioni delle frange più estreme del movimento green, come quelle degli attivisti di Ultima Generazione, più volte balzati agli onori delle cronache per le loro iniziative di protesta. D’accordo ma questo tipo di ambientalismo è sostenibile o è, a sua volta, una esagerazione ideologica dalla quale prendere le distanze?
Per riflettere su questo tema, sul dossier del numero estivo del Timone il giornalista Maurizio Caverzan ha fatto una lunga intervista a quello che si può considerare il nemico pubblico numero uno degli attivisti green: il conduttore radiofonico Giuseppe Cruciani il quale, senza peli sulla lingua come notoriamente è, si è lasciato andare a parecchia valutazioni climaticamente scorrette. Ne è uscita una intervista dinamica, a colpi di frizzanti botta e risposta, che difficilmente passerà inosservata…
Ma il tema dell’ambientalismo riguarda anche, e parecchio, quello che è il mondo dell’informazione. E su questo nel dossier estivo Francesco Vecchi – giornalista e conduttore di Mediaset – ha svolto una riflessione profonda che, a partire proprio dal suo osservatorio privilegiato di professionista della comunicazione, mette in luce come si stia consumando un rovesciamento valoriale piuttosto serio, che vede puntualmente messo in ombra proprio il fattore più importante di ogni tematica, non solo green: quello umano.
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