Le sue vignette o, meglio, i suoi meme strappano ogni giorno un sorriso: anche più d’uno, in realtà. Anzitutto perché non sono contenuti ideologici e partigiani, e poi perché la sua ironia – di inconfondibile matrice romanesca – non è mai scontata pur essendo semplice, accessibile a chiunque senza bisogno di essere decifrata. Stiamo naturalmente parlando di lui, Federico “Osho” Palmaroli,
Sul Timone di settembre, Dario Pregnolato ha fatto a Palmaroli una lunga ed approfondita intervista nella quale il “malin-comico”, come si definisce, si mette a nudo come mai prima d’ora, raccontando non solo come nascono le sue opere quotidiane, ma anche la sua visione sulla satira, sui suoi limiti. Che sono sempre più quelli imposti da un agente esterno: il politicamente corretto.
Da questo punto di vista, questo autore non ha dubbi nel confermare come si stia instaurando una sorta di tirannia culturale tale per cui ci sono categoria più uguali di altre, per così dire, sulle quali è praticamente impossibile fare qualsiasi tipo di ironia, se non si vuole passare subito per intollerante o oscurantista. Ma “Osho”, come racconta lui stesso in questa intervista, non intende fermarsi.
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