Il 27 maggio 2021 è un giorno che a tanti dirà poco, mentre invece in Canada è diventata una data fondamentale. Quel giorno, infatti, una notizia bomba è stata diffusa dal capo indiano della tribù di Kamloops, Rosanne Casimir: quella che apparecchio georadar aveva riscontrato alcune «anomalie del suolo» classificabili come «probabili sepolture» di 215 «bambini scomparsi» in un meleto sul terreno di una ex scuola residenziale, là dove per scuole residenziali si intendono quei collegi, attivi tra il 1870 e il 1996, concepiti per l’educazione degli indigeni, amministrati principalmente dalle Chiese cattolica e anglicana, allo scopo di assimilare i giovani nativi alla cultura canadese e convertirli al Cristianesimo.
Ebbene, a tre anni di distanza da quella notizia in Canada è scoppiata una violentissima reazione anticattolica – oltre 80 chiese sono state incendiate – ma che ne è delle centinaia di corpicini di bambini “strappati alle famiglie” per essere reclusi, così si diceva, nelle scuole residenziali e poi sepolti in fosse comuni? Sul Timone di aprile Cristina Gauri – a partire dal libro inchiesta Grave Error: How the Media Misled Us (and the Truth about Residential Schools) – riscostruisce dettagliatamente l’intera vicenda, non solo molto diversa da com’è stata inizialmente presentata ma, a tre anni di distanza come si diceva, conclusasi con un nulla di fatto. Una clamorosa fake news che i guardiani della grande informazione, guarda caso, si sono guardati bene dal denunciare….
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