La Francia, comunque la si giudichi, è per tante ragioni una nazione sorella per noi italiani e ciò che accade all’interno dei suoi confini può, e deve, interessarci. Da ormai almeno 20 anni essa registra alcuni fenomeni che sono portatori di caos, apprensione e turbamento, la cui punta dell’iceberg è senza dubbio il terrorismo islamico. La Francia, sia cristiano-cattolica, sia laico-repubblicana, sta per essere rimpiazzata da una nuova nazione multiculturale e multietnica, in cui l’Islam sembra poter predominare e arriva perfino a gestire la cosa pubblica.
Molte voci si fanno sentire per denunciare questo mutamento epocale. Si pensi a intellettuali come Eric Zemmour, ebreo e conservatore, o a Michel Onfray, ateo, progressista, ma ormai fautore di un “sovranismo di sinistra”. Ieri autori dannati dai media, oggi consideratissimi e letti da milioni di francesi che, almeno dai fatti di Charlie Hebdo (2015), temono una situazione esplosiva e invivibile.
Ne abbiamo parlato con Jean Sévillia (foto), intellettuale cattolico, collaboratore di diverse testate giornalistiche, tra le quali Le Figaro, apprezzato autore di varie biografie (su Andreas Hofer, Zita e Carlo d’Austria, etc.) e di testi utili per discernere la dittatura laicista che si cela dietro la democrazia… (per leggere l’intervista acquista il Timone o abbonati)
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