Il recente debutto, in Italia, dell’hamburger con farina di grillo, novità che tanto ha fatto parlare di sé, non costituisce evidentemente un caso isolato. Da molto tempo, infatti, tutta una serie di pressioni internazionali – anzitutto politiche, ma anche mediatiche – spingono per sdoganare e per pubblicizzare «il cibo del futuro» mentre, al tempo stesso, demonizzano una grande eccellenza italiana come il vino. D’accordo, ma quali logiche si nascondono dietro simili manovre?
Nel Primo piano del Timone di marzo, risponde a questa domanda Paolo Massobrio, noto giornalista, scrittore e grande esperto di enogastronomia, il quale – rispondendo alle domande di Giulia Tanel – racconta come certe élite siano al lavoro per imporre un orwelliano «Cuciniere del mondo». Giuliano Guzzo invece si sofferma sulle strategie anche mediatiche con cui, con tecniche raffinate, si sta tentando di imporre nuove pietanze alle masse.
Chiude il Primo piano un interessante articolo di Luisella Scrosati la quale ripercorre il grandioso contributo alla cucina e al gusto da parte della tradizione monastica che, pur rigettando la tirannia del ventre, ha saputo comunque ricordare come, dopotutto, anche stomaco e palato siano fatti per Dio – ed abbiano pertanto una loro dignità, che non può essere messa fra parentesi né fatta dimenticare dai nuovi sedicenti guru dell’alimentazione.
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