Dopo la vittoria alle elezioni presidenziali del democratico Joe Biden del 2020 – ma soprattutto dopo gli scontri verificatisi a Capitol Hill, con l’occupazione avvenuta il 6 gennaio 2021 -, la sorte di politica di Donald Trump sembrava definitivamente segnata. E non solo quella, in realtà: i mass media, quasi all’unisono, riferivano di un uomo ormai finito, che persino la moglie Melania, l’ormai ex first lady, non vedeva l’ora di scaricare in favore di una ritrovata libertà dopo anni difficili al suo fianco.
Ebbene, quattro anni dopo – come non di rado capita – quell’irrimediabile de profundis allora intonato dagli organi di informazione risulta infondato. Infatti, per quanto debba ancora fronteggiare dei guai giudiziari, Donald Trump non solo resta in sella al Partito Repubblicano, dopo aver sbaragliato i rivali nella corsa delle presidenziali che ci terranno a novembre, ma guarda alla riconquista della Casa Bianca come ad una possibilità concreta.
D’accordo, ma quante chances ha davvero il tycoon di tornare Presidente degli Stati Uniti? E se avvenisse cosa determinerebbe questo per la politica americana ma anche per quella internazionale, tanto più in una fase così tesa e di guerra com’è purtroppo quella attuale? Per far chiarezza su questi ed altri aspetti, sul Timone di Maggio Roberto Vivaldelli ha dialogato con due esperti d’eccezione: George Papadopoulos, già consigliere del tycoon, e il veterano dei reporter, Toni Capuozzo.
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