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21.12.2024

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Il ‘Paolo VI’ di Andrea Tornielli
31 Gennaio 2014

Il ‘Paolo VI’ di Andrea Tornielli


 

Paolo VI era convinto che la società cristiana sorta all’epoca dell’imperatore Costantino e durata circa mille anni, dal IV al XIV secolo, dopo una lunga agonia attraversata durante l’epoca moderna, fosse definitivamente terminata.
Potrebbe essere questa la chiave di lettura per accostarsi al pontificato (e in qualche modo alla vita tutta) di Giovanni Battista Montini, pro-segretario di Stato con Pio XII, arcivescovo di Milano e quindi papa Paolo VI, cui Andrea Tornielli, editorialista del Giornale e collaboratore del Timone, ha dedicato una imponente biografia.
Tornielli evoca questa possibilità già nell’introduzione e la sviluppa nel corso del suo libro. Ne consegue che la storia di Montini e il suo pontificato meriterebbero una profonda rivisitazione, lontana dagli schemi conservatore/progressista, destra/sinistra che hanno “dilaniato” la figura del Pontefice fino ai nostri giorni.
I critici di Paolo VI, che l’hanno accusato o di avere fermato lo spirito riformatore del Concilio oppure, al contrario, di averlo promosso o comunque favorito, non hanno saputo (ancora) andare al fondo del suo Magistero, dove si trovava la decisione del Papa di modificare l’atteggiamento della Chiesa verso il mondo in seguito alla convinzione che questo fosse l’unico modo per farlo ritornare cristiano.
Il suo insegnamento, pertanto, andrebbe riletto superando le categorie ideologiche del secolo scorso, sostituendole con la categoria della “missionarietà”: un Papa missionario impegnato, fino al rischio dell’incomprensione, a cercare le modalità più adatte a promuovere una seconda evangelizzazione degli antichi Paesi cristiani d’Europa.
E in quest’ottica, Tornielli con il suo libro, documentato e serio, fornisce un contributo di assoluta importanza. Un contributo su alcuni punti del quale si potrebbero lecitamente avere opinioni diverse, ma di cui si dovrà tenere conto.

Il libro
L’opera di Tornielli ripercorre tutte le tappe della vita di Giovanni Battista Montini, a partire dalla nascita nel 1897 a Concesio, a pochi chilometri da Brescia. Qui ci sono le radici del futuro Pontefice e qui trascorre infanzia (1897-1908) e giovinezza (1909-1919), educato in una famiglia importante per il mondo cattolico, essendo stato suo padre, Giorgio, uno dei principali dirigenti del movimento cattolico bresciano, con il beato Giuseppe Tovini, e poi anche nazionale.
Le sue radici non verranno dimenticate dopo l’ordinazione sacerdotale, avvenuta il 29 maggio 1920, quando Montini viene chiamato a lavorare nella diplomazia pontificia, per poi diventare assistente della Fuci, la Federazione degli universitari cattolici (1924-1933) e quindi Sostituto alla Segretaria di Stato, incarico che manterrà dal 1934 al 1945 con i Papi Pio XI e Pio XII, prima di essere nominato da quest’ultimo pro-segretario di Stato (1946-1954).
Tornielli dedica numerose pagine al lavoro svolto da Montini nella diocesi ambrosiana, della quale era stato nominato vescovo nel 1954, esperienza pastorale che mancava al diplomatico e all’intellettuale che, dopo pochi anni, sarebbe stato chiamato a guidare la Chiesa universale, in seguito alla morte del beato Giovanni XXIII, nel 1963. In questo anno, comincia appunto l’ultima e più significativa missione di Montini, e comincia con il difficile compito di portare a conclusione il Concilio Vaticano II, l’evento più importante della Chiesa del XX secolo, che richiedeva una grande prudenza pastorale.
Concluso il Concilio, Paolo VI guiderà la Chiesa sulla strada di una “nuova evangelizzazione” di un mondo oppresso dalle guerre, dalla povertà di molti popoli e da uno sfrenato desiderio di escludere Dio e la sua legge dalla vita pubblica.
Così, nell’anno simbolo di questa ribellione, il 1968, il Papa scriverà l’enciclica Humanae vitae che gli scatenerà contro tutto il mondo “politicamente corretto”, compreso quello cattolico, costringendolo a un decennio, l’ultimo, di autentica solitudine. Dieci anni segnati dall’inizio dell’applicazione della riforma liturgica voluta dal Papa, ma anche dalla dolorosa penetrazione del “fumo di Satana” nel corpo della Chiesa, dall’esito del referendum popolare che confermò la legge divorzista in Italia, nel 1974, dalla diffusione del terrorismo che sfocia nell’omicidio di Aldo Moro, antico amico di Montini.
È il 1978, l’anno in cui muore anche il Papa, dopo aver sopportato l’ultimo grande dolore in seguito all’approvazione della legge abortista.
L’importante opera di Tornielli, che raccomandiamo ai lettori del Timone, è accompagnata da un ampio apparato di note e fonti anche inedite, oltre che da un’ampia bibliografia.

 

IL TIMONE N. 85 – ANNO XI – Luglio/Agosto 2009 – pag. 55

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