Sono di tra di noi. Appena scesi dalla navicella spaziale li hanno definiti «ultracattolici». Essere cattolici non va bene, scrive nel primo piano di copertina il professor Leonardo Lugaresi. Per ora un residuo velo di ipocrisia fa usare l’improbabile appellativo di «ultracattolico», che vorrebbe diagnosticare un «eccesso di cattolicesimo» (?); si tratta però di una maldestra foglia di fico, che sta ormai per cadere. Tra poco, «cattolico» sarà considerato, nel discorso pubblico, tout court un vero e proprio insulto, uno stigma d’infamia che esclude chi ne è colpito dal novero delle “persone civili”. Come è potuto accadere nell’Italia che Giovanni Paolo II, solo trent’anni fa, definiva come una felice «eccezione» alle derive liberal dell’Occidente che fu cristiano?
Come i valori cristiani e la vita civile italiana hanno divorziato? Come è accaduto che i cattolici, secondo Galli della Loggia, appaiono «politicamente muti»? Il Timone a queste domande ha dedicato il libro di Mauro Mazza, Lo Stivale e il Cupolone. Italia-Vaticano storia di una coppia in crisi.
E nel primo piano del Timone le opinioni di Eugenio Capozzi, Gaetano Quagliariello, e gli interventi del vescovo di Ivrea, monsignor Edoardo Aldo Cerrato, e del vescovo di Pistoia, monsignor Fausto Tardelli.
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