Con la lingua latina, univa i popoli di tutta l’Europa nel canto liturgico. Un patrimonio che non possiamo permetterci di dilapidare.
La sensazione di quanti si addentrano nello studio del canto gregoriano, non deve essere molto dissimile da quella di chi, in una mattina di primavera, si inoltra in un prato fiorito. I gigli, i poveri gigli di campo, tanto amati dal Vangelo, sembrano possedere il misterioso potere di emergere dal nulla. In modo disomogeneo e disorganico, come le pennellate di un pittore impressionista. Il canto gregoriano nasce con il medesimo disordine e disomogeneità. Saremmo molto lontani dal vero se pensassimo che questa es...