L’apertura ufficiale a Milano del processo diocesano di beatificazione per fratel Ettore Boschini, l’Angelo dei barboni come era chiamato, permette di accendere i riflettori sulla importante schiera di religiosi il cui impegno per i più poveri e gli emarginati, per coloro che vivono nelle strade delle nostre città, è tutto centrato sull’amore a Cristo.
Quegli uomini consacrati a Dio per cui Cristo non è il pretesto per occuparsi dei poveri, per rivendicare una giustizia sociale, ma diventa la modalità con cui guardare a ogni persona desiderando per lei il Paradiso. Dedicandosi anzitutto a coloro che sono scartati dalla società, i più poveri, i più vulnerabili, coloro che sembrerebbero dimenticati anche da Dio. Proprio lì Dio li raggiunge con il suo amore attraverso questi religiosi.
Sono gli altri “preti di strada”, quelli che non bazzicano i salotti tv e che non vengono invitati a sinodi e assemblee diocesane perché hanno a cuore i poveri e non la lotta alla povertà, annunciano Gesù e non rivendicazioni sociali per quanto legittime, chiedono il rispetto per la dignità di ogni uomo – maschio e femmina – senza preoccuparsi del politicamente (ed ecclesiasticamente) corretto.
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