Dai Vangeli emerge chiaramente come Gesù abbia curato anime e corpi. I miracoli di guarigione non sono racconti simbolici o pie storielle, ma descrizione di fatti realmente accaduti. Dai quali scaturisce la straordinaria opera della Chiesa che prosegue nel tempo l’opera risanatrice di Cristo
L’evangelista san Luca, descrivendo la giornata- tipo del Signore Gesù, ci fa sapere che dopo aver affascinato le folle con il suo insegnamento e aver ridotto al silenzio i detrattori con la sua autorevolezza (4,15; 4,28-30), «al calare del sole, tutti coloro che avevano infermi colpiti da mali di ogni genere li conducevano a lui, ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva» (4,40).
Nelle prossime pagine vedremo come il Signore Gesù abbia manifestato in tutta la sua vita terrena un amore tenero e premuroso verso gli ammalati, e come la santa Chiesa cattolica, da lui istituita quale prolungamento della sua missione salvifica, abbia anche in questo campo dilatato in ogni tempo e luogo l’azione del Maestro.
La verità dei miracoli
Gesù ha davvero compiuto guarigioni! Quelle raccontate nel vangelo, e molte altre che «non sono state scritte in questo libro» (Gv 20,30). La verità storica dei miracoli compiuti da Gesù e trascritti dagli evangelisti, noi la riaffermiamo con piena certezza: dobbiamo riaffermarla e non possiamo darla per scontata, visto che i negatori, i demitizzatori, i fautori di una interpretazione “aggiornata” dei racconti evangelici sono sempre all’opera, nella divulgazione laicistica ma anche in certa predicazione e catechesi, e in tanta paccottiglia erudita presente nelle nostre librerie.
La verità storica di questi episodi è a prova di bomba: ce lo garantisce:
– l’ambientazione storica e geografica precisa e circostanziata, all’opposto della letteratura mitologica sempre sfumata ed evanescente nei contorni;
– la sobrietà e il realismo nella narrazione e nei dialoghi, al contrario di ciò che avviene nei racconti delle prodezze fantasiose dei maghi, dove tutto è teatrale e mirabolante;
– la finalità genuinamente umana e religiosa dei miracoli operati da Gesù, che vuole consolare e condurre l’uomo alla fede e non, come i ciarlatani di ogni epoca, strabiliare l’uditorio per conquistare popolarità;
– l’inconsistenza dei tentativi di spiegazione inventati dai razionalisti, tentativi che si screditano da soli, come quando sostengono, ad esempio, che i miracoli di Gesù sono trucchi, avendo egli imparato arti magiche straordinarie durante il suo soggiorno in Egitto (mentre era bambino!).
Gesù cura tutto l’uomo
All’inizio dei racconti che narrano della sua vita pubblica, il Signore Gesù ci è presentato dagli evangelisti come il medico delle anime e dei corpi, secondo l’espressione che diverrà frequentissima negli scritti dei Padri della Chiesa e degli autori spirituali di ogni epoca.
L’evangelista san Matteo, facendo eco al testo di san Luca già citato, lo completa dicendo che il Maestro, uscendo da Nazareth, aveva iniziato a percorrere tutta la regione circostante, cioè la Galilea, «predicando la buona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e infermità nel popolo» così che la sua fama si era diffusa ben oltre i confini d’Israele, e per questo conducevano a lui «tutti i malati, tormentati da varie malattie e infermità, indemoniati, epilettici e paralitici, ed egli li guariva» (4,23-24).
I vangeli, dunque, pongono in primo piano la guarigione interiore, la liberazione dello spirito dell’uomo tormentato dai demoni: l’attività esorcistica occupa una parte significativa dell’opera di Gesù, poiché egli è il salvatore, cioè appunto colui che salva l’uomo dalla sudditanza verso i nemici della verità e della felicità.
In secondo luogo, i vangeli ci mostrano la guarigione dal peccato, radice di tutti i mali, sia di quelli che colpiscono lo spirito, sia di quelli che colpiscono il corpo, come ci è illustrato esemplarmente dall’incontro di Gesù con il paralitico: è il famoso episodio del malato che i parenti calano con la barella, dalla terrazza superiore della stanza, attraverso un’apertura praticata nel tetto, poiché l’entrata della casa in cui si trova Gesù è ostruita dalla folla che lo ha preso d’assedio proprio vedendo i miracoli che egli compie; il Maestro è commosso dalla loro fede e compie per questo malato il prodigio che ritiene più grande e importante: gli dona il perdono dei suoi peccati (cf Lc 5,20); poi, a motivo dell’ostilità di alcuni benpensanti presenti, perché tutti sappiano che «il Figlio dell’uomo ha il potere in terra di rimettere i peccati» (5,24a), mostra il segno e la garanzia dell’avvenuta guarigione interiore con il prodigio della guarigione fisica: «io ti dico – esclamò rivolto al paralitico – alzati, prendi la tua barella e vai a casa» (5,24b), e così avvenne.
Dunque, il Signore Gesù è il medico che cura tutto l’uomo, nella sua integralità, poiché lo ama nella sua integralità: Egli, che ci ha creati così come siamo, ama tutto di noi.
Anche in questo il Vangelo è l’unica salutare alternativa agli estremismi disumani della nostra epoca, la quale riduce l’uomo alternativamente o alla sua sola dimensione corporea, secondo una visione materialistica ed edonistica che esalta il corpo e disprezza lo spirito, oppure, al contrario, lo riduce alla sua sola dimensione spirituale, secondo la visione pseudo spiritualista new age, malsanamente disincarnata.
Grazie alle stupende pagine evangeliche che ci raccontano il rapporto di Gesù con i malati, i sofferenti di ogni specie, abbiamo una vivida, commovente, sempre attuale manifestazione della sollecitudine di Dio per la sua creatura prediletta, e vediamo che Dio ama l’uomo, non una parte di lui, non un aspetto di lui, perché tutto nell’uomo è da Dio e quindi è per Dio, la sua anima e il suo corpo.
Gesù cura tutti gli uomini
La premura del Signore Gesù per l’uomo che soffre è una delle verità più consolanti dell’annuncio cristiano. Non vi è infatti caratteristica della vita umana più universale, non vi è altra cosa che accomuni gli uomini nel presente stato di natura decaduta, segnata dal peccato, che la sofferenza: tutti gli uomini soffrono, dunque amando l’uomo che soffre il Signore non può che amare tutti gli uomini! È, dunque, un amore senza confini:
– non ci sono confini legali, poiché il Signore proclama una volta per tutte che restituire la salute a un malato è opera più gradita a Dio dell’osservanza della prima regola sociale d’Israele, il riposo sabbatico: «c’era un uomo che aveva una mano atrofizzata e tutti lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato… egli disse loro: è lecito in giorno di sabato… salvare una vita? Ma essi tacevano, ed egli, guardandoli con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse a quell’uomo: stendi la mano. La stese e fu risanato » (Mc 3,1-5);
– non ci sono confini razziali, come vediamo dalla guarigione del servo del centurione romano di Cafarnao, che pur essendo uno straniero viene non solo esaudito in ciò che chiede, ma lodato e additato da Gesù come esempio per la sua fede (cf Lc 7,1-10);
– non ci sono confini geografici, visto che Gesù compie guarigioni anche fuori dal territorio di Israele, come quando si reca nella regione siro-fenicia e poi nella Decapoli, e anche là compie guarigioni; pur precisando di essere anzitutto l’Inviato di Dio per il popolo eletto, non manca di esaudire anche le preghiere piene di fede dei non israeliti, come nel caso della donna greca di cui guarisce la figlia, e di un sordomuto, nella città di Sidone, a cui restituisce la parola e l’udito (cf Mc 7,24-37).
Gesù è per gli uomini medico e medicina
Il Signore Gesù non è solo il medico che cura tutto l’uomo e tutti gli uomini, di ogni tempo e luogo. Egli è anche la cura stessa, la medicina.
Proprio perché i miracoli di guarigione che Gesù compie non hanno nulla di magico, non avvengono in maniera automatica, ma sono veicolati dalla fede, la fede in Gesù, Figlio di Dio e salvatore del mondo. Ecco perché l’adesione dell’uomo a lui è la chiave che “sblocca” l’onnipotenza di Dio che da lui promana: lo vediamo bene dall’accento che sempre gli evangelisti pongono nel farci notare come Gesù solleciti la fede in lui da parte di coloro che chiedono una grazia di guarigione, e come il prodigio avvenuto sempre si concluda con le parole: la tua fede ti ha salvato.
Naturalmente, questa potenza di risanamento e di salvezza del Signore Gesù non poteva restare circoscritta ai prodigi compiuti in quel limitato spazio e tempo in cui egli ha agito durante la sua vita terrena; quelle guarigioni, senza nulla perdere della bellezza dell’incontro personale e confidenziale con i singoli, sono molto di più, sono il segno di un incontro vivo e salvifico possibile per ogni uomo mediante la fede: il Signore Gesù ridona la vista ad alcuni ciechi per mostrare che egli è la luce per tutti gli uomini; restituisce l’udito ad alcuni sordi per significare che egli è la voce di Dio che risuona per essere ascoltata da tutti gli uomini; risana alcuni lebbrosi per mostrare che egli è la purificazione per la lebbra interiore, il peccato che ammorba tutti gli uomini… egli è la risurrezione e la vita (cf Gv 11,25) per tutti gli uomini, rinchiusi nelle tenebre della sofferenza e nell’ombra della morte (cf Lc 1,79).
IL TIMONE N. 125 – ANNO XV – Settembre/Ottobre 2013 – pag. 36 – 38
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