Il 30 aprile 2022 l’Ansa titolava: «Dai ricercatori della Specola vaticana nuovo studio sul Big Bang. Hanno indicato una nuova tecnica per capire come la gravità si è comportata nei primi istanti dell’universo». L’articolista concludeva notando che lo studio dei due scienziati, padre Gabriele Gionti e don Matteo Galaverni, «potrebbe portare ad una rivoluzione nella nostra comprensione dell’universo primordiale»
Questo è senz’altro vero. Tuttavia, non meno rilevante e utile sarebbe conoscere da due così brillanti “scienziati in tonaca” che cosa ne pensano della compatibilità tra scienza e fede – così spesso messa in discussione, se non ridicolizzata dalla cultura dominante – e delle prospettive che possono aprire le loro scoperte.
Per chiarire questi ed altri aspetti, sul Timone di luglio e agosto Francesco Agnoli ha dialogato in modo approfondito con padre Gionti e don Galaverni, i quali, tra le varie cose, hanno spiegato: «Più si avanza nello studio dell’universo, più si scoprono nuovi interrogativi. Questa ricerca aiuta a tenere vive le domande fondamentali che ognuno porta in sé».
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