Il programma di eutanasia voluto dal governo nazista si tradusse nell’assassinio di 275mila persone, di cui 8mila bambini. E oggi parole d’ordine e propaganda ricalcano precisamente quelle diffuse dal Terzo Reich.
E’ da mesi ormai che assistiamo a sistematici attacchi degli esponenti Verdi contro la Chiesa cattolica. Il sottosegretario all'Economia Paolo Cento chiede l'abolizione dell'esenzione dell'lCI, il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio critica pesantemente la Chiesa per le posizioni assunte contro i matrimoni gay, Roberto Panzacchi, dei Verdi di Bologna, sfila in un corteo di gay e lesbiche cercando di impedire ai fedeli di entrare nella cattedrale a pregare e urla slogan blasfemi e offensivi nei confronti dei fedeli, del presidente dei vescovi e del Papa. La co-presidente dei Verdi europei, Monica Frassoni, suona la carica a Bruxelles e afferma che la Chiesa «reagisce come una madonna ferita, ma non mi sembra che sia una vittima: continua a disturbare la normale vita politica nel nostro paese, e mi pare che anche i nostri colleghi europei se ne stiano rendendo conto». Per non parlare dei Verdi e della associazioni ambientaliste che sostengono aborto, eutanasia, manipolazione degli embrioni, fecondazioni selvagge, ecc.
Si potrebbe pensare che si tratti soltanto di posizioni politiche di parte o di una mal interpretata sensibilità ambientale che contrappone l'umanità alla natura. Ma se si guarda la storia e si analizza l'ideologia neomalthusiana che ha caratterizzato la nascita del movimento ecologista e che tuttora domina in gran parte dell'arcipelago verde, si scopre che è molto di più: una cultura edonista-nichilista che ha provato a cancellare Dio, che ha divinizzato flora e fauna reinventando Gaia, per poi criminalizzare l'umanità, indicata come "cancro del pianeta".
L'attacco furibondo contro l'umanità e le sue attività sono il sintomo di un atto blasfemo: attaccando l'uomo "fatto ad immagine e somiglianza del Creatore", si intende cancellare Dio, portare il mondo nel caos e proporsi come nuovi Dei dell'Olimpo.
Da Malthus a Darwin per cancellare il Creatore
La vera svolta per la fondazione di una cultura ecologica contraria alla vita ed al cristianesimo si è avuta con il pensiero di Thomas Robert Malthus (17661834) prima e con Charles Darwin (1809-1882) dopo. Come Darwin stesso racconta, l'idea della selezione naturale gli fu suggerita dalla lettura dell'opera di Malthus, Saggio sul principio di popolazione.
Darwin partì dal concetto che per arrivare al cibo di cui tutte le specie animali e vegetali hanno bisogno si scatena una lotta per la sopravvivenza. In questo modo egli fornì una spiegazione biologica ai problemi sociali innescando quel tipo di pensiero che porterà fino all'eugenetica.
Le teorie di Darwin vennero considerate rivoluzionarie. Prima di lui, infatti, la concezione dominante di naturalisti e teologi era quella di ammirazione per la perfezione del disegno del Creatore che aveva messo al mondo tutte le specie di piante, di animali, e infine l'uomo, al quale aveva attribuito il titolo e l'autorità di re del creato. Darwin propose invece una spiegazione di un processo materialistico, autoperfezionantesi e autosussistente che in un certo senso poteva fare a meno di Dio. Un punto di vista che piacque moltissimo a tutti coloro che volevano dimostrare quanto la Chiesa fosse arretrata e come il mondo funzionasse su regole diverse da quelle espresse dai teologi cattolici.
Questa teoria sconvolse la tradizionale concezione del mondo, l'ordine dell'universo, la finalità dei fenomeni biologici, cioè tutti i fatti che erano interpretati, in base all'antica tradizione, come l'espressione di una volontà superiore. Questa messa in dubbio della potestà divina divenne immediatamente un attacco alla concezione geocentrica e antropocentrica del mondo. Per quanto riguarda l'origine dell'uomo infatti furono subito chiare le implicazioni: se l'uomo discendeva dalla scimmia non poteva essere fatto ad immagine e somiglianza di Dio, ed anche l'incarnazione di Cristo non era più considerata plausibile, e quindi tutta la teoria cristiana veniva a cadere.
Ha scritto Giuseppe Montalenti, il più noto darwinista italiano, membro della Società eugenetica nonché profeta dell'ambientalismo nazionale: «La rivoluzione darwiniana pone fine all'antropocentrismo, cioè alla teoria che l'uomo sia, per investitura divina, re del creato. […] perciò il pensiero di Darwin è vivo ed attuale nella cultura del nostro tempo e dirige e illumina la ricerca scientifica in molti campi della biologia e delle scienze affini: valga ad esempio l'ecologia, cioè lo studio dei sistemi degli organismi viventi in una data area che, grazie all'impostazione darwiniana, sono concepiti come equilibri dinamici, in perpetuo divenire, ai quali ogni organismo partecipa; e più di tutti l'uomo, può arrecare perturbamenti gravi, tali da compromettere la sopravvivenza stessa del sistema, e dei suoi componenti» (introduzione al libro di Charles Darwin, L'origine dell'uomo, Editori Riuniti, 1983).
L'attacco all'uomo e la divinizzazione di flora e fauna
La cultura ambientalista che ha dominato la scena negli ultimi trent'anni ha cancellato a priori l'idea di un Creatore buono e previdente, e ha cercato di sostituirlo con Gaia, sorella di Caos e di Eros. Nella cultura ecologista, la dea della mitologia greca viene riesumata non solo per sostituirsi al Creatore, ma soprattutto per contrapporsi a colui che viene indicato come la causa di tutti i mali del pianeta e cioè "l'uomo". Nella concezione dell'ipotesi Gaia l'uomo è indicato come il «cancro del pianeta» e la nascita dei suoi figli e figlie come la principale causa del degrado e dell'inquinamento. Ha scritto l'inventore di tale ipotesi, James Lovelock: «Gli umani sulla terra si comportano per certi versi come un organismo patogeno, o come le cellule di un tumore o di una neoplasia». «La specie umana – continua Lovelock – è oggi talmente numerosa da costituire una grave malattia planetaria». Questa malattia – aggiunge John Gray, professore di storia del pensiero europeo alla London School of Economics e guru dei no-global – si chiama Primateia Disseminata ed è una forma di epidemia, epidemia di genti, epidemia di persone. Ci sono troppi umani sul pianeta» (Gaia: Manuale di medicina planetaria, Zanichelli, 1996).
La tesi è chiara: siamo in troppi, la tecnologia inquina, perciò dobbiamo ridurre la popolazione, ed è colpa del Vaticano se non si riesce ad imporre drastici piani di controllo della popolazione.
Ritorno alla natura tra panteismo e neopaganesimo
La maniera catastrofica con cui questo tipo di cultura nichilista guarda all'uomo condiziona pesantemente il rapporto con i fenomeni naturali che vengono percepiti con sentimenti che sono di paura e adorazione. Come per gli uomini primitivi, l'ideologia ecologista tende a idolatrare la natura, in forme panteiste, politeiste e neopagane. Ridurre le nascite e limitare lo sviluppo sono "i sacrifici" indicati dagli ambientalisti per placare le ire di Gaia.
Gli esempi del ritorno a forme precristiane di adorazione della natura sono innumerevoli. Il 14 ottobre 2003, per esempio, il Centro Internazionale Crocevia, Greenpeace Italia, Verdi Ambiente Società, Associazione Italiana Agricoltura Biologica, Associazione rurale italiana e Flai-Cgil si sono ritrovati davanti al Tempio di Vesta a Roma, per chiedere alla Dea Cerere di liberare l'Italia dagli organismi geneticamente modificati. Cerere, corrispondente alla dea greca Demetra, era venerata dai romani insieme a Tellus rappresentante la dea Terra. I romani festeggiavano Cerere nelle feste più popolari di Sementive e Paganalia.
La questione è ulteriormente chiarita nel Dizionario Pagano (
http://members.xoom.virgilio.it/paganesimo/dizionariopagano/indice.htm) di Piero Trevisan, che alla voce "ecologia" afferma: «Il Paganesimo è una religiosità della Natura. […] Per il pagano, la Terra non è semplicemente una palla di roccia, fango e lava, ma un essere vivente, abitato da uno Spirito Divino. Essere a favore dell'ecologia per il pagano è un modo di essere religioso. Non stupisce quindi che molti pagani facciano scelte politiche a favore dei movimenti ecologisti». E alla voce "panteismo" leggiamo: «I pagani moderni si autodefiniscono panteisti perché devono contrapporsi al pensiero cristiano, che rifiuta l'idea dell'identificazione fra Divinità e Universo».
Contro questa visione si è più volte pronunciato il Magistero della Chiesa.
Denunce del panteismo le troviamo già nella Dei Filius del Concilio Vaticano Primo, nel Sillabo e nella lettera enciclica Mitt Brennender Sorge di papa Pio XI.
In tempi recenti la denuncia esplicita delle teorie panteiste, biocentriche e neopagane si trova nel documento redatto dal Pontificio Consiglio della Cultura e dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso Gesù Cristo portatore dell'acqua viva. Una riflessione cristiana sul "New Age". AI momento della presentazione del documento, il cardinale Paul Poupard ha spiegato che «Gaia, la Madre Terra, viene proposta come alternativa a Dio Padre, la cui immagine viene collegata a una concezione patriarcale del dominio maschile sulla donna». Si parla di un Dio – ha continuato il porporato – che «non è né personale né trascendente. Non è né il libero Creatore né l'amorevole reggente dell'universo, ma un'energia impersonale, immanente al mondo, con il quale costituisce una unità cosmica. Quest'unità è monistica, panteistica». Nessuna possibilità di conciliazione con il cristianesimo.
PER UNA SANA ECOLOGIA
«L’enfasi posta dall’ecologia radicale sul biocentrismo nega la visione antropologica della Bibbia, nella quale gli esseri umani sono al centro del mondo perché sono considerati qualitativamente superiori ad altre forme naturali. Ciò è molto presente oggi nella legislazione e nell’educazione, nonostante il fatto che in tal modo si sminuisce l’umanità. La stessa matrice culturale esoterica si ritrova nell’ideologia che sottostà alle politiche demografiche e agli esperimenti di ingegneria genetica, che sembrano esprimere il sogno degli esseri umani di crearsi di nuovo da sé. Come si spera di farlo? Decifrando il codice genetico, alterando le regole naturali della sessualità, sconfiggendo i limiti della morte».
(Pontificio Consiglio della Cultura, Gesù Cristo portatore dell’acqua viva, 2.3.4.1).
Dossier: ecologia sì, ma umana
IL TIMONE – N.67 – ANNO IX – Novembre 2007 pag. 39-41