Regia di Ernst Lubitsch
1946 – 100 minuti – b/n
Irriverente
Sono appassionato di commedie, non importa di che genere siano: nere, gialle, rosa, sentimentali, musicali. Basta che siano fatte bene, così è una gioia poterle vedere. Commedie in generale: quindi quelle belle anni Cinquanta italiane, oppure quelle sofisticate americane degli anni ’30, ’40, ’50 fino ad arrivare agli anni Sessanta.
Un maestro indiscusso di questo genere è senza dubbio Ernst Lubitsch. Di lui forse è limitativo dire che sia uno dei maggiori registi nel dirigere commedie, perché sarebbe più corretto annoverarlo tra i migliori maestri di sempre, che hanno reso grande la settima arte. I suoi film erano talmente ben costruiti nella sceneggiatura e ben diretti che parlando delle sue pellicole si faceva sempre notare il famoso “tocco Lubitsch”. Cos’è questo famoso tocco? È un qualche cosa di impalpabile, e forse un po’ indefinibile, anche perché poteva essere una scena con una porta chiusa, che veniva inquadrata e, a secondo della musica, o dei silenzi che accompagnavano l’inquadratura, lo spettatore era portato a immaginare che cosa potesse avvenire dietro quella porta.
Lubitsch è fondamentalmente caustico. Irriverente, senza nessuno scrupolo verso qualsiasi classe sociale o politica che prendesse “di mira”, a lui bastava far sorridere, con intelligenza, e senza nessuna remora morale (attenzione: stiamo parlando degli anni ’30 e ’40 quindi le remore morali sono da riferirsi a questo preciso periodo storico). E questo accade anche nel suo ultimo film diretto da lui. Infatti in “Fra le tue braccia”, vengono messi alla berlina in modo lieve, ma forse proprio per questo ancora più pungente, tutti! Dal professore con velleità intellettualistiche, che finirà a scrivere romanzi popolari, all’alta borghesia, alla domestica, presentata come umile e indifesa, agli abitanti “sornioni” di un paesino sperduto nelle campagne. Nessuno è risparmiato, in un film che può sembrare sopra le righe ma che invece è una deliziosa messa in scena dei comportamenti più vari dell’essere umano.
IL TIMONE N. 129 – ANNO XVI – Gennaio 2014 – pag. 63
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