Il Novecento in Europa vide, al fianco del progresso materiale e dell’abbondanza di beni di consumo, l’avanzata di una nuova povertà : l’affievolirsi della fede cristiana, col conseguente venir meno del corteggio di virtù che per natura s’accompagnano alla vita di grazia.
È sembrato allora che la poesia, come arte e artigianato squisitamente umano, dovesse essere separata una volta per tutte dalle sue fonti originarie, dalla contemplazione della realtà delle cose, dalla narrazione di fatti umili o eroici, dal canto del destino dell’anima; è parso che dopo l’epoca delle Rivoluzioni non ci fosse più spazio per il senso religioso, per l’amore semplice, per lo splendore della veritÃ...