Le parole del Papa sull'inefficacia del preservativo hanno scatenato reazioni violente, ma trovano effettivo riscontro nella realtà. Che dimostra come soltanto l'educazione alla dignità dell'uomo sia vincente e che più sono presenti i cattolici, meno colpisce l'infezione. E tra morale e realtà non c'è separazione.
«Non si può superare questo problema dell'Aids solo con soldi pur necessari, ma se non c'è l'anima, se gli africani non aiutano [impegnando la responsabilità personale], non si può superarlo con la distribuzione di preservativi: al contrario, aumentano il problema». La soluzione è in un «rinnovo spirituale e umano».
Sono bastate queste poche parole pronunciate dal papa Benedetto XVI sull'aereo che lo portava in Africa il 17 marzo scorso, per scatenare un putiferio internazionale senza precedenti. Denunce, accuse, la Spagna che per rappresaglia invia un milione di preservativi in Africa> il Belgio che protesta ufficialmente con la Santa Sede, riviste scientifiche che ritengono la Chiesa responsabile di milioni di morti.
La prima cosa che viene da pensare è che la questione del preservativo sia stata soltanto l'ultimo pretesto per scatenare l'ennesima campagna di odio contro la Chiesa, un fenomeno che recentemente si è intensificato. Il che in parte è vero. Ma c'è anche qualcosa di più e di diverso, perché la questione del preservativo e dell'AIDS ha direttamente a che fare con il valore della vita e con l'integralità della dignità umana. È direttamente legata alla "battaglia intorno all'uomo" che già Giovanni Paolo II nel 1997 definì la battaglia fondamentale del Terzo millennio. Le forze demoniache, disse il Papa parlando all'incontro mondiale delle famiglie, non potendo attaccare direttamente Dio, attaccano il vertice della Creazione: l'uomo, fatto a Sua immagine e somiglianza.
Che cosa c'entrano preservativo e AIDS? Lo ha spiegato bene Rose Busingye, la donna che spende la sua vita nell'assistenza ai malati di AIDS al Meeting Point di Kampala (Uganda), un'opera sostenuta dalla organizzazione non governativa (Ong) italiana AVSI: «Il problema è capire se la vita ha un senso. Solo così posso volere bene a me e a chi ho davanti.
È allora che lo proteggo, che faccio di tutto perché non si ammali… Bisogna risvegliare la coscienza dell'uomo: quando uno è voluto bene subito si accorge di quello che vuole, senza bisogno di fargli la lezione. L'uomo è un bisogno infinito di capire cos'è la giustizia, la bellezza, la felicità… Se uno incontra anche solo un piccolo occhio che lo guarda per quello che è non può non riconoscere di essere fatto per queste cose. Puoi stare anni a insegnare come si usa il preservativo, ma se si è guardati con dignità basta un secondo per cambiare. Quando gli ammalati sentono che secondo te il loro bisogno è un preservativo se ne vanno, lo sanno che la loro vita è molto più grande».
È proprio partendo da questa posizione che riconosce la superiorità dell'uomo sull'animale (ragione contro istinto) – che si traduce in educazione all'astinenza e alla fedeltà coniugale – che il governo ugandese sta riportando un successo nella lotta all'AIDS che non ha eguali né in Africa né nel resto del mondo: dall'inizio degli anni '90 ad oggi il tasso di infetti è sceso dal 21 al 5,4% della popolazione. AI contrario, i Paesi africani dove maggiore è stata la diffusione di contraccettivi – Zimbabwe, Botswana, Sudafrica e Kenya – la situazione non solo non è migliorata, ma è addirittura peggiorata. Il Papa ha dunque perfettamente ragione.
E il béllo è che la rivista medica britannica The Lancet, che ha reagito in modo virulento e inedito alle parole di Benedetto XVI, è stata proprio quella che il 29 gennaio 2000 ha pubblicato uno studio che avvertiva della pericolosità del preservativo presentato come "la" soluzione contro la diffusione dell'AIOS. In questo studio, facendo un paragone con le cinture di sicurezza in automobile, si dimostrava che il senso di sicurezza moltiplica i comportamenti a rischio.
E siccome il profilattico ha un tasso di fallibilità che può superare il 10% – come hanno dimostrato moltissimi altri studi scientifici – ecco perché il suo utilizzo diffuso rischia di aumentare le infezioni.
L'altra accusa lanciata contro la Chiesa è quella di favorire – con il suo "no" al preservativo – la diffusione dell'AIDS. Sarebbero addirittura "milioni" i morti provocati da questa "mala educazione". Eppure, fateci caso, quando si lanciano queste accuse non si porta mai un esempio, non si nomina mai un Paese dove questo sarebbe successo. C'è un motivo: è che la realtà dimostra esattamente il contrario. In Africa, dove la diffusione dell'AIDS e la presenza dei cattolici variano molto da Paese a Paese, è molto semplice fare un raffronto. Così si scopre che il tasso di diffusione dell'AIDS è più alto nei Paesi dove minore è la presenza dei cattolici, come in Swaziland, Botswana, Sudafrica, Zimbabwe, Namibia. E, al contrario, l'incidenza di questa malattia infettiva è minore nei Paesi dove i cattolici sono più presenti, come Guinea Equatoriale, Burundi, Angola, Congo. Il motivo non è soltanto nella presunta fedeltà dei cattolici agli insegnamenti morali della Chiesa, ma anche nella presenza di strutture educative e sanitarie che inevitabilmente – per amore all'uomo – vengono generate dalle comunità cristiane e che prestano assistenza a tutti, cattolici e non.
Non è un caso, come ha riconosciuto anche l'UNAIDS (l'organismo dell'ONU che si occupa della lotta all'AIDS), che gli organismi cattolici gestiscano il 26% di tutte le strutture sanitarie che assistono i malati di AIDS.
Se questa è la realtà – e chiunque la può verificare -, perché allora questo scatenamento contro il Papa? Perché, evidentemente, chi odia la Chiesa odia la realtà.
Ma a questo proposito mi sia permessa un'ultima notazione: davanti agli attacchi così violenti al Papa, diversi opinionisti cattolici, forse spaventati, si sono affrettati a ridimensionare le parole di Benedetto XVI. Il Papa – abbiamo letto – ha solo riaffermato la dottrina morale della Chiesa, non voleva entrare nel merito di scelte politiche. Affermazioni di questo genere lasciano intendere che la morale della Chiesa non necessariamente è confermata dalla realtà. Come a dire: magari il preservativo funziona ed è la soluzione, ma la dottrina della Chiesa comunque non lo permette e quindi non può fare altro che dire che non si usa, è il suo mestiere. Ora, a partire da questa posizione chiunque sarebbe autorizzato – a ragione – ad affermare che i cattolici fedeli al Magistero sono esseri umani più stupidi di tutti gli altri. E la Chiesa è una istituzione che, per il bene dell'uomo, è inutile.
Questo è un pericoloso tarlo che si è insinuato nel cuore della Chiesa, che va prontamente combattuto. Come abbiamo visto, il Papa non ha fatto altro che descrivere la realtà, non ha parlato di dottrina morale. Cristo ci ha rivelato la verità dell'uomo, e la Chiesa – che non ha altro interesse che la salvezza dell'uomo, e dell'uomo tutto intero – è la strada che ci rende più uomini, uomini veri. L'esperienza cristiana ci fa vivere e comprendere la realtà in modo più profondo e più vero. La dottrina morale della Chiesa che – non dimentichiamolo – anche dall'esperienza nasce, non può essere dunque in contrasto con la realtà. Al contrario è la strada che ci apre alla sua comprensione.
Paese |
Tasso stimato di infezioni da HIV |
Percentuale cattolici nella popolazione 15-49 anni* su totale popolazione** |
Swazlland |
26,1 |
5,56 |
Botswana |
23,9 |
4,78 |
Sudafrica |
18,1 |
6,36 |
Zimbabwe |
15,3 |
8,79 |
Namibia |
15,3 |
16,78 |
Zambia |
15,2 |
28,22 |
Mozambico |
12,5 |
22,33 |
Uganda |
5,4 |
45,28 |
Ruanda |
2,8 |
47,92 |
Congo |
3,5 |
50,49 |
Angola |
2,1 |
50,04 |
Burundi |
2,0 |
65,25 |
Guinea Equatoriale |
3,4 |
93,52 |
* Fonte: 2008 Report on the Global Aids Epidemic, UNAIDS, 2007 Estimates
** Fonte: Catholic Hierarchy, basato su dati dell’Annuario Pontificio riferiti al 2005
BIBLIOGRAFIA
Rodolfo Casadei (a cura di), Gli occhi di Irene, Guerini e Associati 2006.
IL TIMONE N. 83 – ANNO XI – Maggio 2009 – pag. 12 – 13