«Chi è padrone della mascella, uccide gli stranieri e facilmente spezza le catene dalle sue mani»; così Evagrio Pontico interpreta in senso spirituale l’episodio narrato nel capitolo 15 del libro dei Giudici, nel quale si racconta che Sansone, consegnato nelle mani dei Filistei, riesce dapprima a sciogliere i lacci che lo tenevano legato e poi, trovata una mascella d’asino, percuote con essa i suoi nemici, riuscendo ad ucciderne mille.
E come scriveva san Giovanni Cassiano nelle Istituzioni cenobitiche, «è impossibile infatti che un intestino ripieno di vivande possa sostenere le battaglie dell’uomo interiore, e neppure risulta decoroso che affronti lotte più difficili uno che rischia di essere atterrato in combattimenti meno impegnativi».
Continuiamo la nostra scuola da Benedetto che dedica ben tre capitoli della Regola (dal 39 al 41) a normare la misura e i tempi dei pasti della comunità monastica…
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