Gli affetti all’epoca di Tinder, app per appuntamenti on line che dilaga, sono sempre più liquidi. I giovani single secondo questa app cercano «libertà di espressione e libertà di fare tutto ciò che vogliono con i loro corpi». Raffaella Frullone indaga sul mondo del dating on line.
Ma Tinder e compagnia sono semplicemente l’ultima frontiera di un progetto di “liberazione sessuale” che inizia, scrive Roberto Marchesini, con il romanticismo e approda definitivamente al ’68, quando la rivoluzione sessuale stabilisce una volta per tutte che l’affetto si misura solo dalla percezione di benessere personale. Poi nel 1970 anche in Italia arriva la legge sul divorzio, il primo passo del diritto lungo quello che gli anglosassoni definiscono “the slippery slope”, un scivoloso piano inclinato.
Dopo 50 anni dobbiamo registrare molti studi scientifici che mostrano che divorziare fa male. Renzo Puccetti elenca i numeri impietosi delle ferite provocate dal divorzio soprattutto sui bambini, ma anche sugli adulti.
Cesare Cavalleri parla al Timone per ricordare i cattolici che fecero la battaglia, quella del referendum del 1974, per tentare di riaffermare che «il matrimonio civile è indissolubile per natura, non per religione. Era una posizione difficile da spiegare, ma l’unica vera». Ma la rivoluzione sessuale aveva già implacabilmente vinto.
Oggi resta il senso perduto del “per sempre” che però, scrive José Granados, non deve far perdere la giusta direzione: «La promessa d’amore degli sposi supera le fragilità umane nel perdono che viene da Dio: l’indissolubilità non è un ideale, ma una via di speranza che…» (per leggere il dossier acquista il Timone o abbonati)
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