22.01.2025

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Trump grazia la pro life condannata sotto Biden a 3 anni di carcere
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21 Gennaio 2025

Trump grazia la pro life condannata sotto Biden a 3 anni di carcere

Tra i primi atti compiuti dal quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti, Donald J. Trump, non passa inosservata la grazia concessa all’attivista pro life Bevelyn Williams, incriminata e condannata durante l’amministrazione Biden per aver protestato davanti ad una clinica per aborti. «Come riportato dal Gateway Pundit nel luglio 2024, Williams è stato condannato a tre anni di carcere». Anzi, 3 anni e 5 mesi, come si legge sul sito del Dipartimento di giustizia del distretto meridionale di New York: «Damian Williams, Procuratore degli Stati Uniti per il Distretto Meridionale di New York, ha annunciato oggi che BEVELYN BEATTY WILLIAMS è stata condannata a 41 mesi di carcere per aver violato il Freedom of Access to Clinic Entrances Act (il “FACE Act”) nel giugno 2020 in relazione alla sua interferenza, anche tramite minacce e forza, con individui che cercavano di ottenere e fornire servizi di salute riproduttiva legali presso un centro di salute riproduttiva a Manhattan. Il 22 febbraio 2024, WILLIAMS è stata condannata dopo un processo con giuria di nove giorni per un capo di imputazione per violazione del FACE Act davanti al giudice distrettuale statunitense Jennifer L. Rochon (…)».

«Le parole sono importanti!», potrebbe gridare – malvolentieri – un Nanni Moretti prestato alla difesa della vita nascente: nel documento istituzionale che riporta la sentenza di condanna, infatti, si usano quelle uscite dal trattamento politically correct che pare cederà a breve il passo al più classico e condiviso buon senso. Per riferirsi all’aborto, che è e resta la soppressione di una vita unica, individuale e indubbiamente umana, si parla di fornitura di “servizi di salute riproduttiva legali”. Per questo la violenza maggiore è ingiustamente imputata alla donna, attivista piuttosto agguerrita nel manifestare le proprie convinzioni, perché si sarebbe opposta all’esercizio di un diritto, mentre secondo l’ordine reale e morale delle cose, ciò che ha fatto è stato tentare di impedire l’eliminazione di vite innocenti.

Un tipo di azione che nessun decreto umano può trasformare in diritto, nemmeno se la cosa viene celebrata con la Tour Eiffel in un tripudio di luci. La grazia concessa tempestivamente da Trump, per quanto possa avere intenti politici, di sicuro rimette a posto la scala dei valori in gioco, secondo un ordine di verità. Vale di sicuro di più la vita di un innocente e anche la libertà di espressione dei cittadini (anche se non dovrebbero mai indulgere alla violenza gratuita) dell’accesso indisturbato a una procedura medica che ha il solo scopo di sopprimere una vita (e il tragico effetto collaterale di danneggiare la donna, anche quando è lei a chiederla).

Bevelyn ha dichiarato più volte di ritenere imprescindibile per la sua fede cristiana la difesa attiva della vita e di essere sempre stata disposta a pagare anche con il carcere le sue posizioni. Di sicuro sia lei, sia il marito sia soprattutto la figlia di 2 anni, preferiscono che continui a farlo restando libera. Colpisce anche che proprio ieri – nel giorno dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca -, sia deceduta all’età di 67 anni a causa di un tumore al cervello l’ex presidente della Planned Parenthood Federetion of America, Ceceli Richards, in carica quando l’organizzazione è finita nello scandalo della vendita di parti del corpo di feti abortiti. È morta a casa, circondata dall’affetto della famiglia, così si legge nella nota della famiglia stessa, che esprime gratitudine per la gioia che la sua vita ha portato nelle loro.

Ci auguriamo che abbia avuto modo di rendersi conto in tempo di quanta gioia e infinite possibilità di bene ha contribuito attivamente ad eliminare sul nascere e che abbia potuto pentirsene e riconciliarsi con Dio, padre di ogni vita. Compresa quella del suo quarto figlio che non ha visto la luce perché soppresso con l’aborto. Non si tratta di questioni di salute, di cura di traumi, malattie o sindromi: l’aborto continuerà a dire con l’urlo silenzioso dell’innocenza che si tratta sempre e solo dell’uccisione di una persona. Sarà per questo che – visto che tira aria nuova e pare sia anche un vento piuttosto teso -, non risulta più accessibile il sito governativo dedicato ai “diritti riproduttivi “aperto sotto l’amministrazione Biden? (Foto: Imagoeconomica/Facebook)

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