Malibù, California, uno scorcio di mondo paradisiaco che si affaccia sull’Oceano Pacifico e dove l’orizzonte finisce per confondere la terra con il cielo. Proprio qui, a partire dal 9 dicembre è divampato un feroce incendio, denominato “Flanklin”, che ha consumato oltre 16 chilometri quadrati di territorio, secondo quanto affermato dal Dipartimento forestale e antincendio della California, ed è andato anche a interessare l’area dove ha sede l’Università cristiana privata Pepperdine. Ovviamente tutte le lezioni e le altre attività accademiche sono state sospese, anche se pare che l’incendio non abbia causato danni strutturali e, soprattutto, non sono stati segnalati feriti.
Ebbene, questo evento così terreno, che potrebbe essere condiviso – in questo nostro mondo bulimico di informazioni – come una semplice notizia di cronaca a lieto fine, apre a una realtà altra, che mostra un orizzonte, come si diceva in apertura, che vede confondersi, in maniera fertile, terra e cielo. Sì, perché c’è un dato di realtà che non può essere oscurato neanche dai più materialisti: in mezzo al fuoco che divampava e distruggeva tutto quello che trovava sulla propria strada, una croce di legno bianca alta sei metri, ancorata con una base di cemento su una collina soprastante l’Università di Pepperdine, è stata preservata dalle fiamme. Ed è diventata, in mezzo al fumo nero e asfissiante, un faro di speranza per tutta la comunità universitaria. E, auspichiamo, non solo per essa.
Il Christian Post, dal quale abbiamo appreso la notizia, riporta una dichiarazione di qualche giorno fa dell’Università: «Avvicinandomi, ho iniziato ad avere gli occhi lucidi. […] Sono grato a Dio che abbia risparmiato Pepperdine e questa croce, che è bruciata durante l’incendio di Woolsey [del 2018, n.d.r.] e ha dovuto essere sostituita». Questa volta, invece, la croce è stata risparmiata dalle fiamme, «come se <Dio> volesse che avessimo qualcosa di tangibile a cui aggrapparci per aiutarci a superare la difficoltà che abbiamo appena attraversato».
Croce che ha una storia del tutto particolare: è infatti stata posta sulla collina nel dicembre del 2018, ossia esattamente sei anni fa, dalla confraternita Sigma Chi, «per onorare Alaina Housley, una studentessa del primo anno del Seaver College uccisa durante una sparatoria al Borderline Bar and Grill. La sparatoria del 2018 nel locale ha causato la morte di 12 persone e decine di feriti, come riportato dal California Victim Compensation Board».
Si tratta di una croce di legno, come già detto, che è stata trattata con una vernice che «è impermeabile, ma non ignifuga», come ha dichiarato uno dei membri della confraternita alla rete televisiva Fox Weather. Ecco, quindi, che il fatto che sia sopravvissuta all’incendio ha del miracoloso. Ed è proprio il presidente della Pepperdine University, Jim Gash, a non avere remore nel chiamare in causa Dio, da un lato ringraziandoLo per aver protetto la sede universitaria, dall’altra invitando tutti a continuare a «pregare per coloro che sono ancora in pericolo a causa dell’incendio e per i soccorritori che combattono le fiamme».
Quindi Gash ha richiamato la parabola della casa costruita sulla roccia, sottolineando l’importanza di porre le fondamenta della propria vita su basi solide, che sappiano resistere alle prove della vita. Per poi chiosare: «Quando torneremo, nel nuovo anno, continueremo a perseguire la conoscenza e la ricerca della verità in ogni aspetto della vita. Continueremo a praticare la genuina fratellanza e la profonda gioia che rende speciale Pepperdine. Continueremo ad amarci e sostenerci a vicenda in ogni momento positivo e in ogni difficoltà. Non sarà sempre facile. Ma continueremo a crescere per affrontare qualsiasi sfida ci si presenti».
Ecco, da un evento in sé drammatico, che potrebbe portare gli uomini a ripiegarsi su sé stessi, si è aperto un orizzonte altro… e più alto. E si è (ri)accesa una luce che illumina i passi e porta dritti dritti verso la grotta di Betlemme, dove anche quest’anno, come ogni anno, la speranza torna a farsi carne in un Bambinello e richiama tutti a guardare a un Amore più grande, che riempie il tempo e lo spazio, anche se troppo spesso i nostri occhi sono annebbiati dal fumo e non riescono a vedere chiaramente (Foto: Pepperdine University, Facebook)
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