E’ un segnale che sicuramente infonde speranza, quello che riguarda l’aumento delle vendite, non dell’ultimo best seller di grido dell’industria editoriale, ma niente meno che della Bibbia. Parliamo del 22% in più nelle vendite. Una tendenza commerciale analizzata in un recente articolo di Jeffrey A. Trachtenberg sul Wall Street Journal in cui, riguardo alla vendita di Bibbie schizzata alle stelle negli Stati Uniti, in questi ultimi anni, si leggono percentuali davvero impressionanti: da 9,7 milioni di copie vendute nel 2019, si è passati a 14,2 milioni nel 2023, con un aumento del 46% in 4 anni. Mentre nel 2024 parliamo di una vendita pari a 13,7 milioni di Bibbie che rappresenta una crescita, appunto, del 22% rispetto all’anno precedente.
I dati sono forniti da Circana Bookscan che, in America, misura l’andamento delle vendite nel mercato editoriale e indicano che l’aumento delle vendite generali di libri, durante i primi dieci mesi dell’anno, è dell’1%, e quello delle Bibbie più del venti. E questo nonostante il fatto che Circana Bookscan non includa nelle sue inserzioni un’edizione che probabilmente sta ricevendo, nelle sue vendite, l’impulso di essere stata pubblicizzata da Donald Trump, la scorsa primavera. Si tratta della Bibbia sponsorizzata dall’amico cantante Lee Greenwood, autore della canzone “God Bless the USA” che dà il nome, appunto, alla Bibbia “God Bless the USA”, la cui edizione “King James” include anche la Costituzione, la Dichiarazione di Indipendenza e altri testi prettamente civili.
In realtà la Bibbia di Greenwood è stata rilanciata da un video di una grande efficacia promozionale in cui Trump lamenta il fatto che l’allontanamento degli Stati Uniti dal cristianesimo rappresenta uno dei principali problemi del Paese: «Ogni americano ha bisogno di una Bibbia a casa propria. E’ il mio libro preferito e ci ricorda che la cosa fondamentale che dobbiamo restituire all’America per renderla di nuovo grande è la nostra religione. Dobbiamo difendere la presenza di Dio nella pubblica piazza. Dobbiamo fare in modo che l’America preghi di nuovo».
Tuttavia, né la tradizionale identificazione del sistema politico americano con il cristianesimo protestante, né la vittoria di Trump alle recenti elezioni presidenziali, giustificano da sole questo successo della vendita di Bibbie. Secondo Bethany Martin, manager della libreria Faith & Life Bookstore di Newton, Kansas, che vende le Scritture in tutti i tipi di formati e fasce di prezzo, tra le cause, ci sarebbe il processo di secolarizzazione e il processo di disgregazione sociale dovuto allo sfascio dell’istituzione familiare, che provocano una perdita dei punti di riferimento che le persone ricercano in altri modi.
A suo dire molte di queste Bibbie vengono vendute «a nuovi acquirenti che cercano la speranza di fronte al mondo in rovina, e la cercano nella Bibbia». Jeff Crosby, presidente dell’Associazione degli editori cristiani evangelici, aggiunge che «le persone provano ansia o preoccupazione per i propri figli e nipoti in tempi caratterizzati da instabilità politica e sociale e dal rischio della guerra e tutto ciò alimenta il bisogno di sentirsi rassicurati sul fatto che andrà tutto bene». Di conseguenza, molti, si aggrapperebbero alle certezze offerte dalla Parola di Dio.
Le vendite, secondo il Wall Street Journal, stanno conoscendo un’impennata, sia nelle librerie religiose, che in quelle laiche, che sulle piattaforme di vendita online, e non solo in formato cartaceo, ma anche in formato digitale e audiolibro. Forse le ragioni del successo del Libro per antonomasia possono essere sintetizzate nelle dichiarazioni rilasciate al quotidiano economico di New York, da Cely Vázquez, ex concorrente del reality show “Love Island USA”, cattolica praticante dichiarata e da un po’ di tempo assidua lettrice della Bibbia, il cui studio ha rilanciato su tutti i suoi social: «Ho sentito il bisogno di iniziare il mio percorso. Sentivo che mancava qualcosa, e che il senso delle cose e quella tranquillità si possono trovare solo nella Bibbia». (Fonte foto: Pexels.com)
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