Giovedì 21 novembre, ore 17:30, sarà presentato a Roma all’Istituto Maria Santissima Bambina, in un incontro organizzato dal Comitato Papa Pacelli – Associazione Pio XII, ma diverse altre sono le richieste di presentazione in arrivo al suo autore, perché Hitler – L’anticristo (Il Timone, 2024) è davvero un volume fondamentale. Francesco Agnoli, docente e storico, oltre che firma cara ai lettori del nostro mensile, si è infatti cimentato in una impresa coraggiosissima: documentare in modo rigoroso in un testo a sua volta molto ricco, e di oltre 320 pagine, quello di cui del nazismo non si racconta mai, vale a dire il suo odio ostinato verso la Chiesa ed i cattolici. In questi giorni il suo libro è volato anche in cima alla classifica Amazon del settore, motivo per cui abbiamo ritenuto opportuno scambiare due parole con il suo autore.
Agnoli, un nuovo libro sul nazionalsocialismo. Era necessario? «Direi di sì».
Ma è un argomento sul quale ci sono montagne di libri… «Il fatto che sia un argomento trattato quasi ossessivamente, non significa che sia conosciuto. Anzi, più se ne parla meno, se ne sa. Da decenni ogni avversario politico viene definito “il nuovo Hitler”, magari per motivi puramente strumentali. Lo hanno fatto per Saddam, per Gheddafi, per Trump…».
Quindi è un tema di cui si parla tanto, ma male? «Si parla sempre di nazismo, ma si occultano le sue radici e persino il cuore della sua ideologia».
Proviamo allora ad approfondire… «Bene, allora è necessario ricordare, per esempio, che la patria del nazismo è la Germania protestante di Lutero. È a questo monaco apostata che risalgono il sorgere del nazionalismo germanico, contro l’universalismo romano-cattolico, l’esaltazione eccessiva di Cesare – di contro all’eliminazione del potere spirituale papale – e persino qualche bagliore di antisemitismo moderno – si pensi al Degli ebrei e delle loro menzogne di Lutero, più volte ristampato in epoca nazista. È nella Germania protestante e non in quella cattolica, che il nazismo vince le famose elezioni del 1933…Quanto all’antisemitismo, non di rado si sente dire che originerebbe dall’antigiudaismo medievale cattolico: ma che senso ha andare indietro di secoli – saltare tutta la riforma protestante e dimenticare tutti i principali filosofi tedeschi laici dell’Ottocento – per capire la Germania di primo Novecento?».
Dove sta la verità? «È evidente che se l’antisemitismo moderno fosse figlio del cattolicesimo, sarebbe nato in Italia o in Spagna, due nazioni cattoliche. Invece è andata in modo molto diverso, e quando le leggi razziali sono state imposte da Hitler a Mussolini, il popolo e il clero italiani, come racconto nel libro, si sono opposti spesso a rischio della propria vita. L’antisemitismo nazista è figlio di Lutero, del razzismo cosiddetto “scientifico” di matrice laica e settecentesca – basti pensare agli scritti di Voltaire sugli ebrei, “il peggior popolo del mondo” – e della riflessione zeppa di attacchi all’ebraismo biblico di Fichte, Hegel, Schopenhauer, Nietzsche… Ma soprattutto c’è un altro aspetto da considerare: per i nazisti i cattolici erano “ebrei spirituali”».
Che cosa significa? «Questo è ciò che nella divulgazione spesso si tace: Hitler e i suoi gerarchi odiavano il cattolicesimo con tutto il cuore, e attuarono una persecuzione fine, astuta, ma continua, per ovvi motivi politici, contro la Chiesa. Per la persecuzione rimando al libro, ma direi almeno questo: per i nazisti i cattolici hanno la colpa di aver infettato il mondo di idee che si trovano nella Bibbia ebraica, come l’eguale dignità di tutti gli uomini, il valore della carità e della compassione, l’idea di anima individuale di contro all’idea di razza indistinta… Soprattutto, con Cristo, hanno rovesciato la tavola dei valori dell’amato paganesimo: la croce al posto della vittoria; l’amore persino per i nemici e il perdono al posto dell’odio, della vendetta e della guerra…. I nazisti apprezzavano i caratteri guerreschi presenti nell’islamismo, nell’induismo, nelle religioni orientali, ma disprezzavano la morale evangelica e il paradiso “da donnette” dei cattolici…».
Perché definire Hitler l’anticristo? «Lo definivano così Pio XII – che lo riteneva indemoniato e faceva esorcismi a distanza – e molti oppositori cattolici del regime. Si riteneva un anticristo lo stesso Hitler, che si rifaceva volentieri a Nerone e a Giuliano l’Apostata, persecutori dei cristiani identificati da loro stessi come “anticristi”. Qui non si intende il demonio in persona, ma i suoi battistrada, i suoi apripista».
Se poi si guarda agli orrori di cui è stato responsabile, non è difficile concordare con lei. «Hitler ha introdotto l’aborto, l’eutanasia, ha rinchiuso milioni di persone nei lager, ha scatenato una guerra che ha causato 55 milioni di morti. Per un credente il nazismo è una evidente irruzione del demoniaco, con forza incredibile, inaudita, nella storia umana».
Come mai da un autore considerato conservatore un libro sulla destra e non sulla sinistra, sul comunismo e i suoi milioni di morti? «Anzitutto perché di comunismo ho parlato in vari altri libri. In Scienziati dunque credenti, per esempio, ho dedicato ampio spazio alla persecuzione degli scienziati sovietici, colpevoli, agli occhi del regime, di non essere materialisti. Ho poi dedicato una biografia ad Alcide Degasperi ricordando abbondantemente un’altra pagina della storia italiana piuttosto occultata: il rischio che il nostro paese finisse nelle grinfie dei comunisti il 18 aprile 1948, con conseguenze che sarebbero state disastrose. In Novecento, il secolo senza croce ho raccontato il comunismo sovietico, quello cinese, cambogiano e cubano…e un’altra pagina terribile della storia comunista: quella del tasso altissimo di suicidi presente nei paesi al di là della cortina di ferro… Insomma, nessuna simpatia per il comunismo, la cui natura atea e materialista è comunque nota».
C’è qualche legame tra comunismo e nazismo? «Il nazismo viene spesso spacciato come l’opposto del comunismo, e presentato come una alternativa ad esso. E questo non è assolutamente vero, ed andava chiarito».
In che senso? «Il nazismo è stato il fratello gemello del comunismo, per mille e mille motivi che nel libro cerco di spiegare…».
Qualche esempio di questi motivi? «I più banali: entrambi sistemi totalitari, statolatrici, chiusi al trascendente; entrambi figli in parte della filosofia tedesca ottocentesca; entrambi avversi al diritto naturale, alla sacralità della vita e della famiglia; entrambi, anche nel nome, con radici socialiste: Partito nazional-socialista tedesco dei lavoratori: è questo il nome vero e completo del nazismo!».
Una parentela ideologica apparentemente insospettabile ma stretta, insomma. «Comunismo e nazismo sono stati il più grande tentativo della storia mondiale di costruire un mondo senza Dio – il comunismo materialista – e contro Cristo, il nazismo neopagano e panteista. La loro traccia bavosa di lumaca è ancora presente nella nostra cultura odierna, dimentica della tradizione cristiana e figli sia del materialismo comunista, sia del nichilismo nazista – come dimenticare che aborto ed eutanasia, di cui oggi tanto si parla, furono legalizzati dal nazismo contro l’odiato Quinto comandamento? Come dimenticare, infine, che l’amore libero sovietico ebbe il suo corrispondente nell’esaltazione nazista del nudismo, del poliamore e persino dell’antica poligamia precristiana?». (Fonte foto: Ansa)
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