XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B
Giacomo e Giovanni si avvicinano a Gesù con le grandi aspettative tipiche della giovinezza, esprimendo il loro sogno di occupare posti d’onore accanto a lui: “Permettici di sedere alla tua
destra e alla tua sinistra nella tua gloria”. Anche in questa domenica ci viene incontro il tema del sogno, che partendo da un desiderio quasi tutto umano, attraverso una audace e anche fuori luogo richiesta dei due Apostoli, giunge al disegno di Dio: “chi vuol diventare grande tra voi sarà vostro servitore”, ricordandoci che proprio nella nostra umanità ha da realizzarsi il sogno di Dio.
La carne deve sognare ed i sogni devono incarnarsi, l’umanità è chiamata alla santità, sogno di Dio per l’uomo e la santità deve trovare “dimora” nella nostra umanità. Potremmo qui ricordare l’insegnamento attribuito a San Tommaso il quale ci ricorda che la grazia presuppone la natura. È innegabile che nella richiesta degli Apostoli ci sia un desiderio di gloria, emerge da questa richiesta tutta la bellezza della nostra umanità e della nostra passionalità. Noi siamo troppo spesso portati a pensare a desideri purificati da ogni egoismo, dimenticando che anche nei sogni dei grandi santi c’era e c’è un forte elemento umano e passionale. Dovremmo metterci dalla parte di Giacomo e Giovanni e mostrare grande comprensione per le aspirazioni dei giovani quando si interrogano su cosa faranno da grandi.
Se fossimo più attenti ai desideri audaci dei nostri giovani, potremmo scoprire in essi più chiamate alla perfezione evangelica di quante critiche muoviamo alla moralità dei loro sogni e bisogni. A volte noi grandi abbiamo paura di sognare e impediamo di farlo anche ai giovani. Gesù non rimprovera Giacomo e Giovanni, ma dice: “Non sapete quello che chiedete!” È una benedetta incoscienza giovanile quella che promette amore eterno e spinge a cercare rifugio in conventi e monasteri, raccogliendo come pulcini timorosi coloro che un tempo erano ribelli.
Questa incoscienza porta i giovani a seguire grandi desideri e ad affrontare sfide, invitando vescovi e superiori a ricordare le parole di Gesù: “Non sapete quello che chiedete!” Se sapeste, non sareste qui a chiedere un amore che è al di sopra delle vostre fragili vite. Gesù non “distrugge” il sogno dei due Apostoli, ma lo “converte” o meglio chiama loro a conversione, li chiama a sognare con Lui una gloria che non passa, la gloria della santità. Le parole di Gesù, cariche di mistero, potrebbero spaventare, ma chi è chiamato trae forza da esse. Queste parole sono una carezza che ci sospinge ad andare avanti, ad inseguire i nostri sogni, il suo sogno. Gesù si serve dei nostri progetti, delle nostre aspettative, dei nostri desideri, non li cestina, non ci cestina, ma al di là delle nostre intemperanze e convinzioni continua ad indicarci una via, a guidarci alla meta, scommette su di noi.
In questa domenica incoraggiamo i giovani a non temere i loro desideri, specialmente se grandi, e a sollevare le vele per navigare verso acque migliori, lasciando legami che rischiano di tenerli ancorati per paura. Senza passione, nulla si realizza nella vita personale e professionale; anche nella vita spirituale, le grandi chiamate sono portate dai venti tempestosi che gonfiano le vele. “Che bravi questi ragazzi!” avrà pensato Gesù, osservando con affetto Giacomo e Giovanni.
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