Il viaggio apostolico di papa Francesco in Lussemburgo e Belgio inizia con una forte scossa al mondo che sembra incagliato in quella che il Papa stesso chiama da tempo «terza guerra mondiale a pezzi». Mentre Joe Biden dichiara in queste ore un “aumento” dell’assistenza all’Ucraina, compresi quasi 8 miliardi di dollari in aiuti militari e nuove munizioni a lungo raggio, Francesco dal Lussemburgo fa sapere che «vi è un impellente bisogno che quanti sono investiti di autorità si impegnino con costanza e pazienza in oneste trattative in vista della soluzione dei contrasti, con l’animo disposto a individuare onorevoli compromessi, che nulla pregiudicano e che invece possono costruire per tutti sicurezza e pace».
Lo stridore è forte, anche davanti alle nuove dichiarazioni che Vladimir Putin ha rilasciato, sempre in queste ore alla riunione del Consiglio di sicurezza russo. La dottrina nucleare della Russia, ha detto, è stata aggiornata e prevede di considerare come «un attacco congiunto alla Federazione Russa» anche «l’aggressione da parte di uno Stato non nucleare ma con la partecipazione o il sostegno di uno Stato nucleare».
Incontrando le autorità e il corpo diplomatico in Lussemburgo, papa Bergoglio ha ricordato anche «il riemergere, anche nel continente europeo, di fratture e di inimicizie che, invece di risolversi sulla base della reciproca buona volontà, delle trattative e del lavoro diplomatico, sfociano in aperte ostilità, con il loro seguito di distruzione e di morte». Quindi il riferimento a una «sclerosi» che «fa ammalare gravemente le Nazioni e aumenta i conflitti e rischia di gettarle in avventure dai costi umani immensi, rinnovando inutili stragi». Riecheggiando così le parole di Benedetto XV e l’appello contro «l’inutile strage» che papa Dalla Chiesa scrisse in una memorabile lettera ai capi dei popoli belligeranti nel 1917.
Papa Francesco invita ad «alzare lo sguardo verso l’alto, occorre che il vivere quotidiano dei popoli e dei loro governanti sia animato da alti e profondi valori spirituali. Saranno questi valori a impedire l’impazzimento della ragione e l’irresponsabile ritorno a compiere i medesimi errori dei tempi passati, aggravati per giunta dalla maggiore potenza tecnica di cui l’essere umano ora si avvale».
Il deserto spirituale del mondo occidentale non fa ben sperare sulla possibilità che «i governanti» sappiano guardare verso l’Alto. Ma a volte dal Cielo sanno scrivere dritto anche su righe storte, come quelle di Donald Trump che ieri durante un comizio in North Carolina ha detto: «Sono un grande amico di Putin, e questa è una cosa buona», aggiungendo che con lui alla Casa Bianca «non sarebbe mai scoppiata la guerra». Ha poi aggiunto che «Biden e Harris hanno ricoperto Zelensky di soldi americani ma il Paese è stato distrutto e non basterà tutto il denaro del mondo per ricostruirlo». Parole al vento di una campagna elettorale infuocata negli Stati Uniti, ma tutto può essere utile per arrivare a quell’«onorevole compromesso» di cui ha parlato Francesco e di cui il mondo ha un tremendo bisogno.
(Foto Ansa)
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