«Sono qui perché voglio semplicemente dire grazie per la vita, dono di Dio, che vale la pena di custodire in ognuna delle sue fasi» queste le parole di Dominik Schwaderlapp, uno dei prelati che hanno partecipato alla marcia per la vita svoltasi contemporaneamente in due città tedesche: Colonia e Berlino e che ha visto la partecipazione di migliaia di partecipanti. Ricordiamo che se è vero che in base all’articolo 218 del Codice Penale l’aborto, in Germania, è illegale, tuttavia la donna non è perseguibile se la procedura avviene entro la dodicesima settimana di gestazione, dopo aver fatto visita ad un consultorio in cui viene rilasciato un certificato usato come “giustificativo” e aver rispettato un “tempo di riflessione” di tre giorni.
In più, lo scorso aprile, una Commissione istituita dal governo tedesco ha presentato una relazione sull’interruzione di gravidanza chiedendo leggi meno restrittive su aborto e maternità surrogata. La Commissione “per l’autodeterminazione e la medicina riproduttiva”, era formata da 18 esperti in medicina, psicologia, etica e diritto e ha sottolineato come «l’illegalità di fondo dell’aborto nelle prime fasi della gravidanza non è sostenibile». Perciò la stessa Commissione ha sostenuto che gli aborti dovrebbero essere vietati solo dopo la ventiduesima settimana di gravidanza, invitando il legislatore a intervenire.
Dunque una nuova legge sull’aborto potrebbe essere approvata entro la fine della legislatura. Per questo, un evento pro life che chiamasse a raccolta la Germania, quest’anno, ha rivestito un’importanza e un significato tutti particolari. Forse anche per questo la partecipazione di una parte della Chiesa si è resa e si è sentita come necessaria. Il vescovo ausiliare di Colonia, tra i partecipanti all’evento, nel suo video di saluto trasmesso dall’emittente televisiva K-T ha detto, a proposito della tutela della vita, parole importanti: «Si tratta di stare accanto e aiutare quando la vita è in pericolo, non per condannare, ma per stare lì e confessare: la vita è bella, perché è un dono di Dio».
E’ un piccolo miracolo la presenza dei prelati alla Marcia, considerata la situazione in cui versa la Chiesa in Germania. Come già evidenziato dal Timone, in Germania tira una brutta aria per la Chiesa: decine di chiese cattoliche sono state chiuse negli ultimi anni e non solo per la situazione finanziaria ma proprio per l’abbandono della pratica religiosa da parte di un numero sempre crescente di fedeli. Si sono persi 1,3 milioni di cattolici praticanti in appena quattro anni, dal 2019 al 2022. Oltre mezzo milione di fedeli sono venuti meno solo nel 2022. Dati che fanno riflettere soprattutto perché parliamo di una chiesa progressista che, in teoria, sarebbe diventata tale proprio per apparire più “attraente” agli occhi dei più…
Tornando a bomba… anche a Berlino la Marcia per la Vita ha visto la partecipazione di diversi vescovi, tra cui alcuni vescovi locali in carica. Secondo la diocesi di Ratisbona, erano presenti come partecipanti: il vescovo Gregor Maria Hanke di Eichstätt, il vescovo ausiliare Josef Graf, il vescovo ausiliare Florian Wörner di Augusta e il vescovo ausiliare di Berlino Matthias Heinrich. All’assemblea plenaria della Conferenza episcopale tedesca, attualmente hanno diritto di voto poco più di 60 membri e la notizia incoraggiante è che il 10% di essi ha partecipato alla Marcia per la Vita 2024, tra cui anche il vescovo ausiliare Schwaderlapp. Inoltre, tra questi, mons. Voderholzer ha detto in una video intervista di tenerci così tanto all’evento pro life, che nel suo calendario il terzo sabato di settembre è solitamente bloccato in anticipo per la sua partecipazione alla Marcia per la Vita. (Fonte foto (X screenshot)
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