Le donne hanno molto più potere di quello che pensano di avere e, forse, di quello che [le “femministe”] reclamano. Contendono con gli uomini per il dominio sulle istituzioni, sui patrimoni (aziendali e familiari), sui denari… senza rendersi conto che hanno già nelle loro mani qualcosa di molto più prezioso. Hanno in mano, cioè, le redini della moralità. Per dirla in altre parole, hanno già potere (o almeno un certo ascendente, almeno in potenziale) sui cuori e sulle anime. Particolarmente quelle maschili: gli uomini, da che mondo è mondo (vd. la vicenda di Adamo e di Eva), tendono a indebolirsi, quando innamorati (talvolta con esiti a dir poco gravissimi, come nell’esempio citato nella parentesi precedente).
Vogliono potere sulle cose; ma l’hanno già, senza saperlo, sulle persone. Si pensi anche a quanto potere di influenza ha una madre sul proprio bambino: le sue parole, quello che fa o che non fa, possono segnare un’esistenza, in maniera traumatica o in maniera positiva. Amministrare i patrimoni, in fondo, è facile. Quel che è difficile è rendersi ministre (serve) degne dell’umanità. Ma è questo il nobile compito che Dio ha accordato alla donna: essere “regina dei cuori”, sull’esempio della Donna con la “d” maiuscola. E come si regna, Vangelo alla mano? Si regna servendo (Fonte foto: Pexels.com)
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