domenica 24 novembre 2024
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Non basta una fede fatta di parole
NEWS 15 Settembre 2024    di don Giorgio Bigazzi

Non basta una fede fatta di parole

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B

” Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”. Questo invito del Signore può sembrarci particolarmente duro, soprattutto oggi in cui il benessere e le comodità rischiano di farci dimenticare il grande valore del sacrificio. Come non ricordare, in questa domenica, ciò che il grande Giovannino Guareschi, il padre di Don Camillo, metteva in bocca al suo pretone della Bassa:” La religione di Cristo non è e non può essere né comoda, né divertente”. È proprio così, Gesù ci chiede un impegno vero, costante, fiducioso e soprattutto Fedele!
Il brano di Vangelo di questa domenica presenta ai nostri occhi una scena molto particolare, quasi strana. Pietro, mentre Gesù parlava ai discepoli delle sofferenze che, per la nostra salvezza, lo attendevano, rimprovera il Messia prendendolo in disparte. Lo fa Certamente con affetto, perché umanamente non voleva che queste cose accadessero. Umanamente Appunto! Il Signore Infatti redarguisce pesantemente Pietro perché non pensa secondo Dio ma secondo gli uomini. La nostra natura, rovinata dal Peccato Originale, se abbandonata a sé stessa e dunque lontana dal Padre Celeste, è proprio il caso di dirlo, non vede al di là del suo naso!
Naturalmente, per essere vicini a Cristo non Basta avere fede a parole, ma come ci ricorda San Giacomo nella sua lettera, ci vogliono i fatti. Il nostro amore a Dio, per dare frutti autentici per noi e per il prossimo, deve essere accompagnato dalle opere. Dunque dobbiamo rinnovare il nostro sì a Cristo ogni istante della nostra vita! In questo abbiamo il più grande esempio nella Beata Vergine Maria che oggi ricordiamo Addolorata sotto la Croce del Divin Figlio.
Come cristiani noi tutti siamo chiamati a conformare, ogni giorno di più, la nostra vita a quella del Salvatore fattosi per noi vittima di amore. Amore che ci ha dimostrato nella sofferenza più grande. Affidiamo perciò il nostro cuore, attraverso le mani materne di Maria Santissima,  a quello trafitto di nostro Signore, con la consapevolezza che nella sofferenza siamo a Lui ancora più uniti.

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