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La carità più grande è testimoniare Cristo
NEWS 1 Settembre 2024    di don Giorgio Bigazzi

La carità più grande è testimoniare Cristo

XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B

La parola di Dio che la Santa Chiesa ci offre in questa ventiduesima domenica del Tempo Ordinario, ci presenta l’importantissimo argomento della legge divina. Norme, non solo esteriori, che il Signore ci dona per amore, anzi, possiamo dire che sono una delle prove tangibili di questa infinita e incondizionata predilezione per noi suo popolo. Sarebbe, infatti, riduttivo immaginare i precetti della nostra fede come dei meri comandi di qualcuno più grande e forte di noi, dobbiamo, invece, imparare ad accoglierli come dei buoni figli che vengono messi in guardia dal Padre verso i pericoli del mondo. Quindi come un papà terreno fa con il suo bambino, a maggior ragione il Signore vuole proteggerci dai peccati, che feriscono il corpo e l’anima facendoci perdere la sua Grazia e la sua amicizia.

Avendoci Dio Creati per amore ed essendo la sua una legge di amore, non solo con l’osservanza fedele ai comandamenti anche noi daremo gloria al Signore, ma troveremo in essi la vera e perfetta gioia che sarà, per chi ci sta intorno, la più grande e bella testimonianza. Quante sono le Anime assetate dell’amore del Creatore! San Giacomo nella sua lettera ci esorta alla carità, dice: “Per sua volontà Egli ci ha generati per mezzo della Parola di Verità, per essere una primizia delle sue creature”. Siamo dunque chiamati a portare a tutti questa Parola di Verità: “Che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza”. Quale mai potrebbe essere una carità più grande, se non quella di indicare a chi incontriamo, con coraggio e verità, la via della felicità eterna in Cristo Gesù?
Per farlo però, come ci dice il Signore nel Vangelo, dobbiamo necessariamente e assolutamente vivere nel quotidiano la parola di Dio e assiduamente accostarci ai Sacramenti lottando, con l’aiuto della Beata Vergine Maria, contro quelle cattive inclinazioni che nascono dal cuore dell’uomo e per essere dunque i “puri di cuore che vedranno Dio”. Solo così saremo creature nuove capaci di portare agli altri l’amore del Padre.

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