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Il corpo di suor Wilhelmina Lancaster «non presenta alcun segno di decomposizione»
NEWS 27 Agosto 2024    di Federica Di Vito

Il corpo di suor Wilhelmina Lancaster «non presenta alcun segno di decomposizione»

Ci sono aggiornamenti sul corpo di suor Wilhelmina Lancaster, fondatrice delle Benedettine di Maria Regina degli Apostoli nel territorio di Kansas City, morta nel 2019 a 95 anni. Oggi il suo corpo riposa sotto una teca di vetro nell’abbazia di Gower, Missouri, poiché dal giorno della riesumazione, avvenuta nell’aprile del 2023, ci si è accorti che il suo stato di conservazione fosse quanto meno singolare – non ci si arrischia a definirlo miracoloso.

Nonostante l’iniziale discrezione delle sorelle, presto si sono susseguite centinaia di visitatori per vedere la salma, divenuta ora vera e propria meta di pellegrinaggio della regione e di tutto il Paese. Tra i visitatori, anche il vescovo di Kansas City, mons. James V. Johnston, che il 26 maggio dello scorso anno aveva emesso un comunicato con il quale disponeva «un’indagine più approfondita» sui resti di suor Wilhelmina invitando alla prudenza. Il 22 agosto di quest’anno il vescovo ha emesso un nuovo comunicato in cui si informa che il «team di esperti medici locali guidato da un dottore in patologia, assistito da altri due medici e da un ex medico legale della contea del Missouri» oltre ad aver esaminato e valutato i resti mortali, ha ispezionato la bara e condotto interviste con «testimoni oculari degli eventi immediatamente precedenti la sepoltura nel 2019 e l’esumazione nell’aprile 2023».

Il risultato? «Assenza di caratteristiche di decomposizione rilevate». Ha concluso il team: «Le condizioni del suo corpo sono altamente atipiche per l’intervallo di tempo di quasi quattro anni dalla sua morte» – qui si fa riferimento all’aprile 2023, anno della riesumazione – «soprattutto se si considerano le condizioni ambientali e i reperti trovati negli oggetti associati», per esempio il rivestimento della bara e l’abbigliamento che sono stati ritrovati completamente deteriorati.

Molti, alla vista dei resti intatti, hanno espresso la convinzione che la conservazione di suor Wilhelmina sia miracolosa – l’incorruzione del corpo infatti è un segno spesso associato ai santi. Tuttavia, anche in questo comunicato il vescovo rimane cauto sull’incorruttibilità: «La Chiesa cattolica non ha un protocollo ufficiale per determinare se il corpo di una persona deceduta è incorrotto, e l’incorruttibilità non è considerata un’indicazione di santità». Ha proseguito il vescovo: «Non c’è alcun piano attuale per avviare una causa di santità per suor Wilhelmina», pur notando che l’assenza di una spiegazione medica per la mancata decomposizione corporea «ha comprensibilmente generato un interesse diffuso e sollevato importanti domande».

Le dichiarazioni del vescovo sono in comunione con quanto affermato l’anno scorso dall’abbazia: «Pur potendo attestare la santità personale della suora, sappiamo che l’incorruttibilità non è tra i segni ufficiali presi dalla Chiesa come miracolo per la santità, e che tutto deve essere sottoposto a un ulteriore esame, soprattutto da parte delle autorità competenti in campo medico. La vita stessa e i favori ricevuti devono essere stabiliti come prova di santità».

Non possiamo far altro che constatare un fenomeno eccezionale, anche se riguarderebbe oltre 300 corpi di santi che riesumati dopo decenni o persino secoli non hanno mostrato segni di deterioramento. Rientra in questa categoria Caterina de’ Vigri, badessa delle Clarisse vissuta nel XV secolo e venerata come santa Caterina, patrona di Bologna (insieme a san Petronio). Il suo corpo è conservato seduto su uno scranno e protetto dentro una teca nella chiesa del Corpus Domini.

Morta nel 1463, le testimonianze delle consorelle hanno tramandato che dopo una quindicina di giorni il corpo riesumato di Caterina fu trovato intatto, con il viso ancora bianco che emanava «un profumo di fiori». In questi casi si può indagare, si può proseguire con delle ipotesi e aspettare. Ma è la Grazia della fede a farci credere che «la storia di suor Wilhelmina continui ad aprire i cuori all’amore per il Signore e la Madonna», come ha concluso il vescovo Johnston. (Fonte foto: Screenshot EWTN, YouTube)


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