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Iraq, il cristianesimo rinasce 10 anni dopo l’invasione dell’Isis
NEWS 7 Agosto 2024    di Redazione

Iraq, il cristianesimo rinasce 10 anni dopo l’invasione dell’Isis

Oggi, dieci anni fa, lo Stato islamico (Isis) invadeva brutalmente la Pianura di Ninive, al nord dell’Iraq. La fondazione Aiuto alla Chiesa che soffre (Acn) ha assicurato che delle 13.200 famiglie registrate nel 2014, costrette a fuggire a causa dei terroristi musulmani, 9.000 sono ora tornate nella regione, tanto da rilevare che «la presenza cristiana sta gradualmente rinascendo».

Pensare che a Qaraqosh (la principale città cristiana dell’Iraq) prima dell’invasione c’erano 50.000 cristiani e a dieci anni 25.000 ne sono tornati è una notizia che rallegra ogni cristiano; un vero segnale di speranza. In un’intervista con Acn l’arcivescovo di Adiabene, mons. Nizar Semaan, ha sottolineato che – come spesso sentiamo in situazioni di persecuzione, vedi la Nigeria, o il caso più generico dell’Africa tutta che sta vivendo una fioritura cristiana, qui per vedere il nostro speciale – nonostante la sofferenza la comunità cristiana si è rafforzata.

«Non ci sono parole per descrivere ciò che abbiamo vissuto dieci anni fa. Lo Stato islamico ha cercato di sradicarci, ma ha fallito. La gente qui è come gli ulivi. Puoi potarli e bruciarli ma dopo dieci o 20 anni continueranno a dare i loro frutti. Hanno provato di tutto, ma noi siamo ancora qui e, come Chiesa, facciamo del nostro meglio per trasmettere un raggio di speranza», queste le parole dell’arcivescovo.

L’invasione dei terroristi islamici ha causato lo spostamento forzato dalla Pianura di Ninive di circa 100.000-120.000 cristiani. Per poter rimanere si sarebbero dovuti convertire all’Islam o avrebbero dovuto pagare una tassa ottenendo così una protezione parziale sotto la legge della sharia, pena la morte. A tal proposito, Acn precisa di non essere a conoscenza neanche di un cristiano convertito all’Islam. Gli attacchi sono stati così feroci e duraturi che nel 2016 persino il Parlamento europeo ha riconosciuto come un genocidio le continue atrocità dello Stato islamico contro le minoranze religiose del nord dell’Iraq.

Fin dai primi momenti successivi all’invasione, Acn si è fatta carico dell’organizzazione di scuole temporanee e rifugi di emergenza, forniture di cibo, coperte e strutture sanitarie. Allo stesso tempo ha provveduto al pagamento degli stipendi degli insegnanti e l’affitto degli alloggi degli sfollati, delle religiose e dei sacerdoti. Dopo che l’Isis è stato sconfitto alla fine del 2017, Acn è stato responsabile della ricostruzione di oltre 13.000 case dei cristiani nella zona, oltre alla riparazione di 363 edifici nella zona distrutti dalla guerra. «Aiuto alla Chiesa bisognosa ha considerato l’Iraq come Paese prioritario dove sostenere il cristianesimo e in questo decennio ha stanziato 56 milioni di euro in quasi 500 progetti», ha dichiarato la fondazione pontificia.

Allo stesso modo, hanno ricordato la visita di papa Francesco in Iraq nel 2021, come una pietra miliare nel sostegno ai cristiani perseguitati. L’appello finale della fondazione rimane questo: «Dobbiamo continuare ad aiutare i cristiani dell’Iraq, dobbiamo continuare a essere la voce dei cristiani dell’Iraq. E, naturalmente, dobbiamo pregare per i cristiani dell’Iraq», ha concluso Regina Lynch, presidente esecutivo di Acn International, nel quadro di questo anniversario. (Fonte foto: Screenshot, TG2000 – YouTube)

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