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3.12.2024

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Hiroshima, quando i gesuiti sopravvissero alla bomba grazie al Rosario
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6 Agosto 2024

Hiroshima, quando i gesuiti sopravvissero alla bomba grazie al Rosario

Era il 6 agosto del 1945, giorno della Trasfigurazione del Signore, quando sulla città giapponese di Hiroshima cadde Little Boy, la bomba atomica all’uranio americana che fu preludio all’ultimo atto bellico degli Usa. Con la seconda bomba sganciata su Nagasaki tre giorni dopo portarono il Giappone alla resa, il 15 agosto dello stesso anno. L’ordigno «ha raso al suolo e bruciato circa il 70% degli edifici ed ucciso 140.000 persone entro la fine dello stesso anno, oltre ad aver provocato un aumento dei tassi di cancro, leucemia ed altre malattie croniche tra i sopravvissuti», ricorda il sito di Croce Rossa Italiana. Un orrore dalle dimensioni mai sperimentate prima dalla civiltà (sic!) umana che avrebbe colpito un’intera nazione e segnato in modo indelebile la memoria collettiva dell’evo contemporaneo. Ma in mezzo a questa inedita desolazione, è spuntato come un fiore il cosiddetto “miracolo di Hiroshima”, documentato da storici e medici.

Così lo racconta in sintesi Aci Prensa in occasione dell’anniversario dell’evento: «Quel giorno si celebrava la festa della Trasfigurazione e quattro sacerdoti gesuiti tedeschi sopravvissero alle radiazioni della bomba atomica. Il superiore della Compagnia di Gesù in Giappone, Hugo Lassalle, insieme a Hubert Schiffer; Wilhelm Kleinsorge e Hubert Cieslik si trovavano nella casa parrocchiale della chiesa di Nostra Signora dell’Assunzione, uno dei pochi edifici sopravvissuti alla bomba. Al momento dell’esplosione uno di loro stava celebrando l’Eucaristia, un altro stava facendo colazione e gli altri si trovavano negli uffici parrocchiali. Secondo quanto scrisse lo stesso padre Hubert Cieslik nel suo diario, subirono solo lievi danni a causa dei vetri rotti, ma nessuno a causa dell’energia atomica sprigionata dalla bomba».

I danni che l’esplosione avrebbe dovuto causare nell’immediato non si sono realizzati, come neppure quelli a medio termine, non meno gravi e non meno letali, dovuti all’esposizione alle radiazioni. Una previsione ragionevole e fondata su dati incontrovertibili non si è dunque avverata: i religiosi infatti non svilupparono alcun disturbo, un fatto straordinario che nel 1976 padre Schiffer andò a raccontare di persona al Congresso eucaristico nazionale a Filadelfia: tutti e quattro i gesuiti erano vivi e in salute. «Negli anni successivi furono esaminati da decine di medici circa 200 volte e nei loro corpi non fu trovata alcuna traccia di radiazioni».

Quando un fatto sembra non avere spiegazioni è molto probabile che manchi alla nostra ragione la conoscenza di un fattore che pure è stato decisivo perché si realizzasse: ebbene i religiosi di Hiroshima non hanno dubbi. Sono certi di avere goduto della protezione di Dio per mezzo dell’intercessione della Vergine Maria. «Abbiamo vissuto il messaggio di Fatima e pregato insieme ogni giorno il Rosario», testimoniano tutti. «Inoltre, padre Schiffer ha scritto il libro “Il Rosario di Hiroshima” dove racconta tutto ciò che ha vissuto». La bomba atomica non era dunque l’arma più potente presente sulla terra e nessuna delle nuove e ancora più sofisticate che l’ingegno umano riuscirà a realizzare potrà mai sottrarre il primato alla forza della preghiera e dell’unione della creatura umana a Dio.

La celebrazione del sacrificio eucaristico e la recita del Rosario sono infatti quanto di più potente il Padre stesso abbia voluto lasciarci perché vivessimo un anticipo di Paradiso in qualsiasi condizione storica ed esistenziale ci capiti di vivere il nostro lembo di vita terrena, in attesa di entrare nella vita senza fine, senza più sofferenza e impedimento alcuno al godimento della gioia. Questo è allora un anniversario di speranza e non solo di memoria di quanto il cuore umano sia in grado di sprigionare come potenza distruttiva. Siamo capaci di tanto male, possiamo diventare terribili carnefici gli uni degli altri, addirittura impegnando il dono della ragione a questo scopo; ma siamo anche dei peccatori già redenti da Cristo, figli in cammino verso la salvezza definitiva, sostenuti dai sacramenti e dalla materna presenza di Maria che con il suo rosario ha promesso in tante occasioni di poterci aiutare persino a fermare le guerre più terribili. (Foto: Screenshot AccasFilm, YouTube/Pexels.com)

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