domenica 24 novembre 2024
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Porsche, frenata sull’auto elettrica: «Per la transizione green ci vorrà più tempo»
NEWS 26 Luglio 2024    di Giuliano Guzzo

Porsche, frenata sull’auto elettrica: «Per la transizione green ci vorrà più tempo»

Nel magico mondo di Ursula von der Leyen e compagni, il Green deal rimane una priorità irrinunciabile. Chi però la transizione verde la vive sulla propria pelle – o è costretto a perseguirla –, ecco, è già meno felice per il semplice fatto che deve fare i conti con la realtà; una realtà spesso dura, talmente dura da costringere a rivedere gli obbiettivi verdi, anzi verdissimi, ma non raggiungibili. Ne sanno qualcosa i dirigenti di uno dei marchi automobilisti più prestigiosi del mondo – la tedesca Porsche -, i quali in buona sostanza hanno fatto sapere di aver cambiato idea, e di non avere più come obiettivo improrogabile entro il 2030 quello di arrivare al 80% delle vendite di vetture elettriche.

Un cambio di rotta netto non già determinato da qualche ripensamento sulla transizione green, non sia mai, ma imposto dalle condizioni di mercato. «La transizione verso le auto elettriche sta richiedendo più tempo di quanto pensassimo cinque anni fa», hanno fatto sapere i vertici della casa di Zuffenhausen, che pure – ci ricorda il Telegraph – si erano impegnati solennemente nel raggiungimento dell’80% di vendite di auto elettrice entro il 2030; alla base di questo dietrofront quindi abbastanza clamoroso c’è un tema molto semplice: le vendite. Che danno buoni risultati in Cina, ma numeri più bassi in Europa e un andamento altalenante negli Stati Uniti. Se manco le velocissime Porsche elettriche riescono a vendere, qualche domanda sarebbe meglio farsela.

Anche perché questo è solo l’ultimo marchio vistosi costretto a rivedere gli obbietti vendita sulle auto elettriche. Infatti lo stesso sta capitando, anzi è già capitato a case importanti come Mercedes-Benz e Renault. A ben vedere, anche il fatto che in Italia si vendano più Ferrari di 500 elettriche, come dire, una qualche riflessione dovrebbe suggerirla. Ma è meglio non farsi troppe illusioni anche se i motivi per ripensare la mobilità green non mancano affatto. Basti vedere quello che accade in un Paese come la Norvegia dove c’è il pienone «di auto elettriche ma le emissioni di CO2 non calano», come dimostrano i dati diffusi dalla Rivista Energia, secondo cui «malgrado l’ampia quota di vetture a batteria nel Paese, i livelli di carbonio restano costanti, mentre crescono i mezzi a benzina. Un flop, dopo la pioggia di sussidi statali per i veicoli ricaricabili» (La Verità, 25/7/2024, p.5).

Tutto questo per noi del Timone non costituisce una novità, dato che le criticità – se non le assurdità – dell’auto elettrica sono state già ampiamente affrontate da Fabio Dragoni nel suo bestseller Per non morire al verde (Il Timone 2023) e ce ha raccontate, sulle pagine della nostra rivista (qui per abbonarsi), anche il noto giornalista Nicola Porro. Speriamo solo che episodi abbastanza clamorosi come quelli che hanno per protagonista Porsche facciano finalmente capire ai politici europei, che sembrano così appassionati alla transizione green, che il mondo reale è leggermente più complesso di come appare dalla cameretta di Greta Thunberg e dalla finestra vista utopia di Ursula von der Leyen. Non è infatti semplice, dopo tanti anni che li si indossa, togliersi i paraocchi; ma non è neppure impossibile (Imagoeconomica/Pexels.com)

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