Non è una notizia da poco, per l’impatto economico che avrà sulla California, la decisione di Elon Musk di trasferire le sedi di SpaceX e della compagnia di social media X, ex Twitter, dalla California al Texas, dopo l’approvazione di una legge, piuttosto controversa, in California, sugli studenti transgender. Controversa perché teoricamente mirerebbe a tutelare la privacy degli studenti transgender, ma scavalcando di fatto le famiglie, perché impedirebbe alle scuole di comunicare ai genitori eventuali cambiamenti circa l’identificazione di genere dell’alunno, a meno che non venga consentito dallo studente stesso.
Una decisione che porta la firma del governatore della California, Gavin Newsom che vorrebbe prevenire, a suo dire, eventuali coming out forzati. Ma Elon Musk che, peraltro, ha un figlio che si identifica come ragazza, proprio non ci sta: «Ho chiarito al governatore Newsom circa un anno fa, che leggi di questo tipo avrebbero costretto le famiglie e le aziende a lasciare la California per proteggere i propri figli . Per questa legge e per molte altre che l’hanno preceduta, che attaccano sia le famiglie che le compagnie, SpaceX ora sposterà la sua sede da Hawthorne, California, a Starbase, Texas» ha dichiarato.
Certo, non è che Elon Musk sia un esempio di virtù, considerato che alcuni dei suoi 11 figli sono stati ottenuti con la fecondazione in vitro e l’ottavo addirittura con la barbara pratica dell’utero in affitto che ha sponsorizzato più volte pubblicamente, definendola «non una reato per chi è ricco, bianco ed eterosessuale», ma sicuramente la problematica legata alla disforia di genere di uno dei suoi figli deve averlo toccato profondamente, al punto da prendere una decisione simile.
Peraltro, parliamo di uno stato, come quello della California, che dall’elezione di Newsom, non ha fatto che promuovere politiche filo-lgbt, tuttavia, non sempre passate sopra le teste dei cittadini come se niente fosse. Nell’agosto dello scorso anno, infatti, il procuratore generale Rob Bonta ha citato in giudizio il distretto scolastico unificato della Chino Valley proprio per la legge osteggiata da Musk.
Mentre un gruppo di genitori ha già intentato una causa contro i funzionari del governo statale per impedire allo Stato di imporre il divieto di notifica alle famiglie. Paradossalmente, infatti, i legislatori democratici della California hanno introdotto la legislazione sulla politica transgender dopo che il governo statale si è scontrato, più volte, con i consigli scolastici locali.
Peraltro, l’anno scorso Newson ha firmato diversi altri progetti di legge controversi, tra cui una legge che penalizza le scuole che rifiutano di insegnare contenuti Lgbt e un decreto che obbliga i tribunali a considerare “l’affermazione di genere” nelle decisioni sulla custodia dei figli. Dunque, un segno forte, quello dato da Musk che ha annunciato anche il trasferimento della sede di X, l’ex Twitter, dal suo edificio situato a San Francisco ad Austin, in Texas.
Alle dichiarazioni di Elon Musk hanno fatto da eco quelle di William Swaim, presidente del California Policy Center, il quale ha dichiarato alla CNA di EWTN News che «non sono solo i grandi attori come Musk a lasciare lo stato, ma anche imprenditori, pensionati e genitori di bambini in età scolare. Politiche come questa hanno spinto centinaia di aziende a lasciare gli Stati Uniti in cerca di pascoli più verdi o più rossi; luoghi come Texas, Florida, Tennessee sembrano essere i grandi vincitori». (Fonte foto: Ansa)
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