Il titolo dell’edizione di quest’anno riprende il titolo di un libro di Mario Palmaro del 2004: Ma questo è un uomo. Indagine storica, politica, etica e giuridica sul concepito. Il bioeticista e giurista a sua volta si era ispirato a Se questo è un uomo, opera in cui Primo Levi testimoniava quanto nel campo di concentramento di Auschwitz e fosse necessario rimettere in primo piano l’umanità dei prigionieri, ridotti a numeri senz’anima. Palmaro aveva fa lo stesso parlando dei bimbi nel grembo delle loro madri, spesso disumanizzati e reificati quando non “programmati”. Oggi, vent’anni dopo, il Comitato Verità e Vita prosegue sulla stessa strada, ricordando “all’Occidente dei diritti”, che vede nella Costituzione francese l’aborto come diritto che questo, quel bambino dentro al grembo della sua mamma, quella vita invisibile agli occhi, è proprio un uomo. Con la stessa dignità di chi scrive, di chi legge, di qualunque persona abbia messo piede su questo strambo pianeta.
L’appuntamento è da giovedì 25 a domenica 28 luglio a Pontenure, nel piacentino. Si comincia alle 18.00 con Gianpaolo Barra, fondatore del Timone, che parlerà dell’aborto come delitto, e si conclude con don Samuele Cecotti, che interverrà sulla chiamata all’eterno di ciascuno di noi. In mezzo si parlerà di vita, di morte, di contraccezione, del falso mito dell’autodeterminazione, di società liquida e tanto altro (qui il programma completo). Mancano poco meno di due settimane ma c’è ancora tempo per iscriversi e recintare uno spazio per ricaricarsi, spiritualmente e culturalmente e prepararsi alle battaglie a cui ci chiamano questi tempi.
Questa edizione inoltre arriva nel ventennale della fondazione del Comitato Verità e Vita, nato l’anno dell’approvazione della Legge 40, quella sulla procreazione medicalmente assistita, quella ormai dimenticata, anche da parte di molti cattolici. E’ anche a loro che bisogna ricordare che quello, l’embrione, è un uomo, e la sua vita non può essere trattata come una merce, manipolata per esaudire o tentare di esaudire i desideri – quand’anche di origine buona – degli adulti. E cade nei dieci anni dalla morte di Mario Palmaro che ha fortemente voluto i Seminari e ha anche tenuto a battesimo la prima edizione, quella del 2013.
«Viviamo in un’epoca in cui la vigenza di leggi abortiste ha ottenebrato le coscienze – sottolinea Marisa Orecchia, presidente del Comitato – In cui spesso anche coloro che si dicono pro life e si spendono generosamente per sostenere le donne in difficoltà per una gravidanza, ritengono l’aborto volontario lecito in alcuni casi e la legge 194 una buona legge purché interamente applicata. Per molti l’aborto volontario, da delitto che era, si è mutato in diritto, come denuncia San Giovanni Paolo II nell’Evangelium vitae. E ultimamente diritto inscritto nelle carte costituzionali».
Il seminario è un’occasione per invertire la rotta. Per iscriversi c’è tempo fino al 18 luglio.
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