La qualità e l’affidabilità delle risposte che si ottengono dipendono anche dall’accuratezza con cui vengono poste le domande. Vale nelle relazioni quotidiane, vale nelle ricerche statistiche. In questo caso il tema oggetto d’indagine è di quelli cruciali: la consapevolezza del significato reale dell’Eucarestia tra i credenti cattolici. Ci riferiamo alla realtà cattolica americana, ma ricordiamo come lo stato di salute della fede in Italia emerso da un’indagine realizzata dal Timone non sia proprio incoraggiante. Sul National catholic register è appena stato pubblicato un articolo che mostra come i risultati di un sondaggio uscito nel 2019, che avrebbe scoperto come solo un terzo dei cattolici conoscerebbe la vera natura dell’Eucarestia, non siano del tutto accurati. L’indagine del 2019, realizzata dal Pew Resaerch Center, sarebbe dunque smentita dal più recente studio a cura del Vinea Research, società cattolica Usa che ha condotto un nuovo studio alla fine del 2022.
Secondo il Pew, infatti, solo un terzo dei cattolici americani crederebbe nella verità del Sacramento Eucaristico, pilastro fondante della dottrina di fede. Vinea Resarch riferisce di avere formulato la domanda sulla comprensione dell’eucarestia in modo più adeguato e questo ha permesso di ottenere risposte più corrispondenti alla situazione dei cattolici del paese: «Il nuovo sondaggio alla fine del 2022, afferma che il linguaggio utilizzato per il sondaggio, diverso da quello di Pew, ha prodotto una cifra che “rappresenta in modo più accurato il modo in cui i cattolici comprendono l’Eucaristia. [Utilizzando un linguaggio più comunemente compreso dai cattolici, la ricerca di Vinea indica che molti più cattolici di quanto si pensasse inizialmente hanno una comprensione autentica dell’insegnamento cattolico fondamentale della presenza reale di Cristo nell’Eucaristia”, ha affermato il gruppo in un comunicato stampa».
Alle domande del nuovo sondaggio il 69% ha risposto di credere nella presenza reale di Cristo nelle specie eucaristiche. Dallo studio è emerso anche come la fede nella presenza reale di Cristo nell’Eucarestia sia legata alla maggiore o minore partecipazione alla messa. «Tra i cattolici che affermano di partecipare “raramente” alla Messa, solo il 51% ha espresso fiducia nella Presenza Reale. Al contrario, l’81% dei cattolici che frequentano settimanalmente e il 92% che frequentano più di una volta a settimana hanno dichiarato di credere. Anche tra i cattolici che frequentano solo poche volte all’anno, quasi due terzi affermano di credere nella Presenza Reale». La situazione emersa dallo studio Vinea, se da un lato non smentisce la necessità di un “risveglio eucaristico”, dall’altra ha mostrato una porzione considerevole di credenti cattolici che non frequentano la messa, pur credendo nella presenza di Cristo nell’Eucarestia: «Ecco che è davvero importante il risveglio e l’approfondimento della catechesi sull’Eucaristia, per far sì che vogliano conoscere e amare l’Eucaristia, e desiderarla per se stessi».
Un altro tratto interessante emerso dallo studio Vinea è il nesso tra la chiara conoscenza dell’insegnamento del magistero e l’adesione di fede che i credenti vi accordano: ovvero, se il catechismo ha raggiunto il suo scopo, mostrando chiaramente le verità di fede di cui la Chiesa è depositaria, il credente crede! Questa scoperta si accorda perfettamente al potente richiamo di un giovane vescovo, Erik Varden, pastore della diocesi di Trondheim, Norvegia, che indica proprio nel catechismo la risorsa più potente a disposizione dei cristiani per alimentare il necessario rinnovamento di cui il mondo intero ha bisogno, pur senza sapere che può passare solo dal Vangelo e dal rapporto fecondo tra fede e modernità. L’Italia, che si trova idealmente in mezzo ai due estremi geografici, Usa da un lato, paesi Baltici dall’altro, vive a sua volta una sorta di stagnazione in merio alla propria vita di fede: l’indagine esclusiva pubblicata dal Timone lo scorso anno, “Italiani di poca fede”, più che una piacevole panoramica su paesaggi ameni è stata una non proprio rassicurante radiografia: qualche osso rotto c’è, in effetti:
«I dati più sconvolgenti sono tra quanti vanno a Messa almeno una volta al mese. Il primo in assoluto è quello che vede una netta minoranza di praticanti – il 32,2% – definire correttamente l’Eucaristia quale «il reale Corpo di Cristo», mentre la maggioranza (50,1%) pensa sia solamente «un simbolo» e non pochi (14,3) pensano sia semplicemente «una praticola che ricorda il Pane dell’Ultima Cena». In pratica, sette praticanti su dieci vanno a Messa senza sapere cosa sia l’Eucaristia; tra i praticanti tra i 18 e i 24 anni, poi, appena il 19,7% va in chiesa sapendo di incontrare “il reale Corpo di Cristo”, il che è un riscontro agghiacciante». Ciò di cui sempre i discepoli di Cristo ad ogni latitudine hanno bisogno è lo Spirito di verità, il solo in grado di guidarci “alla verità tutta intera” (Gv, 14-16). (Fonte foto: Pexels.com)
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